Rimembranza e oblio nella poesia romantica
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Rimembranza e oblio nella poesia romantica

Rimembranza e oblio nella poesia romantica

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Il suono prodotto dalla m che riecheggia nella parola rimembranza di origine germanica, ormai desueta nell'italiano corrente e invece ancora attuale nell'inglese remember, rende chiara l’azione pervasiva del ricordo capace di penetrare con levità, o al contrario di trafiggere con dolenti spine ogni fibra del nostro essere.

Francesco_Hayez_Accusa-segreta.jpg
Francesco_Hayez_Accusa-segreta.jpg

 

Nella tradizione romantica, nello specifico italiana, la rimembranza rende l’uomo attivo nel suo presente che altrimenti gli sfuggirebbe di mano catapultandolo nel nulla. C’è una nutrita speculazione filosofica alla base di tale convinzione che in poeti come Foscolo e Leopardi raggiunge l’apoteosi.

Romanticismo italiano
Romanticismo italiano

L’uomo non è che un essere errabondo per via della sua inquietudine che si proietta nella necessità di eternarsi tramite il ricordo che lo salva da un'esistenza in cui il divenire s’interrompe con la morte. Questa compare nella duplice veste di aguzzina o al contrario di madre salvifica riflessa nella Natura. 

Dietro questa visione in apparenza triste e pessimistica si nasconde traccia della filosofia illuminista meccanicistica che interviene razionalmente a giustificare lo slancio romantico nella poetica di Foscolo e di Leopardi. L’agnosticismo per alcuni, l’ateismo per altri, che li contraddistinguono trovano sfogo liberatorio e altresì espressione in un destino segnato, metaforicamente rappresentato dall'immagine dell’infinito. Se l'infinito è il nulla, all'uomo non resta che addomesticarlo e al tempo stesso colmarlo con il proprio agire poetico, una mescolanza di ricordi e nostalgia e ricerca in qualcosa di nuovo che solo le corde di un’anima amplificata riescono a scorgere. L’indefinito resta la patria dell’uomo in un contesto, quello italiano nello specifico, che nelle prima metà dell’ottocento presentava un territorio ancora frantumato a differenza del resto d’Europa in cui l'identità nazionale e il senso di patria erano ormai dati acquisiti. L’errare foscoliano sfocia quindi, nella concretezza storica che con Manzoni assumerà, quando i tempi saranno maturi per l’intervento di unificazione nazionale, un marcato carattere risorgimentale.

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.