Il seme del non ritorno
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Il seme del non ritorno

l'Opinione
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La giornata della memoria dovrebbe fornire a tutti l'occasione per riflettere.

Auschwitz
Auschwitz

 

Non solo su quanto è stato realmente fatto affinché certe pagine vergognose della storia dell'umanità non tornino a ripetersi, ma e soprattutto perché risultino stracciate definitivamente. A tal fine sarebbe utile concentrarsi su quanto accade intorno a noi. Il passato serve ad aprire lo sguardo sul presente, perché nulla possiamo più rimediare su quanto è già accaduto e invece molto possiamo fare affinché certi errori capaci di accendere rabbia e sdegno ora, passata l’emozione non diventino nuovamente attuali.

I morti, certi morti, hanno il macabro quanto nobile destino di educare chi resta, ora e per il futuro. I morti servono ai vivi ad esaltare i valori al servizio della vita stessa. Infatti, nonostante le lunghe riflessioni, i sotterranei dell’anima rimarranno sempre abitati dal dubbio e dalla paura. Dal dubbio sì, che anche i capitoli tristi del cammino dell’uomo possano fare marcia indietro e, allo stesso tempo, dalla paura di non riuscire a ostacolare questi ritorni. Hitler e’ morto nel suo bunker di Berlino o come qualcuno ha raccontato, nella remota Argentina. Ormai non c'è più, eppure il suo spettro aleggia e fa paura. Non c'è anziano che nella sua vita non abbia fatto anche solo un minimo accenno alla grande guerra, alla fame di allora e all'incubo delle sirene. Ma anche questa generazione che allora ha inneggiato all'America come fosse l’angelo di un Dio liberatore sta per essere spazzata via, cosi come quei bambini che ascoltavano dalle labbra dei loro nonni storie cosi lontane, più dei cartoni di robot invincibili trasmessi in TV.

Eppure, il ritorno di quelle vicende personali ma tutte uguali spaventa. Spaventa forse più per il dolore raccontato perché vissuto sulla propria pelle, per la povertà e la fame di chi si considerava benestante con una bottiglia di olio in casa e una manciata di legumi. Non è rimasto nulla di quei genitori che si scoprivano non solo educatori ma anche prestigiatori tracciando le direttive per l'avvenire dei figli mentre la distruzione cadeva dall'alto con lo sputo nero delle mine. Si ha paura perché il racconto accresce disastri e sventure che non si vorrebbero mai e forse questa paura riesce a farci compiere quel passo di liberazione e affrancamento dalla putredine delle ingiustizie commesse. In guerra si muore, muoiono tutti indistintamente. La morte è peste dilagante anche tra i vincitori, perché chiunque scopra di essere rimasto mutilato in qualche parte del corpo o nei propri affetti non dimentica più. Solo il punto li dove s'interrompe il racconto può far compiere il salto verso l’altra sponda, e farci incominciare dal nuovo.

Auschwitz
Auschwitz

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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