TELEFONIA. Rincari tariffe telefoniche mensili, l’Antitrust procede contro gli operatori
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TELEFONIA. Rincari tariffe telefoniche mensili, l’Antitrust procede contro gli operatori

TELEFONIA. Rincari tariffe telefoniche mensili, l’Antitrust procede contro gli operatori

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L’Autorità annuncia di ritenere fondata, in prima battuta, l’ipotesi di un cartello tra loro per gli aumenti di prezzo e conferma le misure cautelari, con cui chiede loro di differenziare le politiche tariffarie

TELEFONIA. Rincari tariffe telefoniche mensili, l’Antitrust procede contro gli operatori
TELEFONIA. Rincari tariffe telefoniche mensili, l’Antitrust procede contro gli operatori

 

ROMA - L’Antitrust dimostra di tenere ancora e definitivamente la lente puntata sugli operatori, sospettandoli di aver fatto cartello sui rincari delle tariffe mensili (nel passaggio da quelle a 28 giorni). E quindi chiede loro, stavolta in modo più stringente, di differenziare le proprie politiche tariffarie.
E’ quanto l’Autorità ha annunciato oggi, confermando quindi le misure cautelari adottate in via d’urgenza in data 21 marzo 2018 nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio “per accertare la sussistenza di un’intesa restrittiva della concorrenza tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre” .
Va detto che nel frattempo gli operatori hanno già reagito all’ordine dell’Antitrust, provando a differenziare le proprie tariffe, come anticipato da Repubblica . E quindi per ora è scampato il rischio di rincari in massa – che gli operatori avevano deciso pari all’8,6 per cento sul canone, per mantenere invariato il costo annuale dopo essere passati a tariffe mensili (dalle precedenti a 28 giorni, che causavano 13 addebiti annuali contro i normali 12).

C’è da vedere se all’Autorità starà bene il modo in cui gli operatori si sarebbero differenziati; se lo riterrà sufficiente e quindi rinuncerà alle sanzioni (anche nel caso in cui dovesse accertare davvero che c’è stato cartello, cioè che gli operatori si sono messi d’accordo per annunciare rincari all’unisono). “I principali operatori telefonici avrebbero, anche tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, coordinato la propria strategia commerciale relativa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi introdotti dall’articolo 19 quinquiesdecies del D.L. n. 148/2017 (convertito dalla L. n. 172/2017)”, si legge nella nota dell’Antitrust. Che spiega che dopo un contraddittorio con gli operatori, il 5 aprile, “ha ritenuto prima facie fondata l’ipotesi istruttoria di un coordinamento tra le Parti (un cartello, Ndr.) in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione in ottemperanza alla legge 172/2017”.

“In particolare, le Parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13.


Pertanto, al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha confermato il proprio provvedimento di adozione di misure cautelari, in ottemperanza al quale gli operatori devono sospendere l’attuazione del repricing oggetto dell’intesa contestata e definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.
Gli operatori si stanno differenziando così: Vodafone ha rinunciato ai rincari previsti (ne ha annunciati altri dal 10 luglio, ma per ora solo su rete fissa e inferiori al precedente 8,6 per cento). Tim e Wind stanno facendo rincari solo su parte dei clienti e comunque in percentuale media inferiore all’8,6 per cento. Fastweb ha lasciato i rincari ma ha nel contempo lanciato tariffe più economiche a cui gli utenti, per evitarli, possono aderire gratis (va anche considerato che quest’operatore aveva adottato le tariffe 28 giorni due anni dopo gli altri, di conseguenza i suoi utenti avevano subito più tardi gli effetti dei rincari annuali causati dall’aggiunta di una 13esima mensilità).