A proposito di scolpire e tagliare la pietra, c'è un simbolo presente come lettera greca che ritorna in più religioni. Mi riferisco al Tau che ritroviamo anche nella religione cristiana come croce francescana.
A proposito di scolpire e tagliare la pietra, c'è un simbolo presente come lettera greca che ritorna in più religioni. Mi riferisco al Tau che ritroviamo anche nella religione cristiana come croce francescana.
Il fuoco è la rappresentazione fisica che più associamo al sogno. È accensione e vaghezza. E come il sogno, lo distruggiamo solo consumandolo. Non ha forma e non è palpabile, per questo è la prova cruciale di diversi riti di passaggio. Per questo forse, dimostrazione inconfutabile della bravura di tanti artisti che si cimentano nella sua raffigurazione.
Dove c'è il fuoco io mi fermo. È un legame atavico, importante. Riscopro identità perdute in un mondo che si va spogliando di tutti i suoi riferimenti.
Quando sentiamo la parola "fascio" subito ci riportiamo al periodo del Fascismo. Raramente colleghiamo il suddetto termine a "fascino" nonostante la familiarità, e ancor più raramente lo accostiamo alla tradizione ormai caduta in disuso di fasciare i neonati.
A una certa età non si ha voglia di nulla, se non di famiglia. E anche le feste assumono una luce diversa. È quanto accade nella maturità oltre la quale gli orizzonti si fanno sempre più vicini. Ciò non vuol dire invecchiare, ma cambiare atteggiamento verso la vita ancora lunga da vivere.
Ciò che respingiamo attrae o richiama, per condurre su altre posizioni. È quanto accade alle personalità complesse o conflittuali. Attrazione e rifiuto sono da sempre la molla su cui s'instaura il gioco erotico descritto con finezza impeccabile ed eleganza da alcuni tipi di ballo, non ultimo dal tango. La passione tra uomo e donna si snoda su un doppio binario.
La melagrana retta dalle mani di Gesù Bambino nell'opera di Botticelli "La Madonna della melagrana" rimanda all'altro valore del medesimo frutto, a metà strada tra il Sacro e il temporale, reso dalla coroncina all'estremità del frutto stesso.
La bolla associata al blu ha il suo sapore artico e natalizio, così come estivo, delle profondità abissali. La bolla è blu, l'ampolla che deriva dalla stessa radice ha impressa anch'essa il carattere della trasparenza ma incolore. "Mille mille bolle blu!" cantava Mina.
Un foglio, una pelle stropicciata diventa una rosa. L'accostamento della donna alla rosa supera il tempo e ciò porta la rosa a comparire sulla soglia divina. La rosa è il sorriso della luna che trova il suo trionfo sul tempo e rosa e luna piena le troviamo insieme nelle pieghe dell'oscurità dell'immaginario gotico.
In alcune regioni italiane c'è la tradizione di chiamare babbo il papà. A rendere conosciuta questa usanza ha contribuito senza dubbio il comico Benigni con le sue macchiette. A Firenze così come a Bologna, nelle Marche... e un po' in tutto il Centro Italia i bambini ma non solo chiamano i papà col nome generico di babbo. Il più celebre di tutti resta Babbo Natale che ci riporta al leggendario regno delle renne.
Natale e Natura hanno la stessa origine in Nut: Notte. Tutti nasciamo dalla notte che coincide con la cavità del ventre materno. Il Natale è la Festività che dà risalto alla notte non come luogo tenebroso, ma come luogo della fertilità che si rivela con la fioritura delle stelle.
Ciò che il Clero medievale combatte, in realtà appoggia. È questo alla base di una miriade di contraddizioni che lacerano quel momento storico. Il prete pigro e ingordo o comunque, che vuol tenersi fuori dagli impicci, non è solo una trovata manzoniana inerente al Seicento, ma indica il personaggio tipico di quell'epoca.