L'orma del passato. L'Olocausto nell'opera di Pietro Bonavita
Noi siamo le cose che indossiamo e ci fanno esistere. La materia è un velo aggiunto che ci completa e ci identifica.
Noi siamo le cose che indossiamo e ci fanno esistere. La materia è un velo aggiunto che ci completa e ci identifica.
Ci sono opere di un'attualita' sconcertante perche' riecheggiano nelle stanze dell'anima spoglie di qualsiasi orpello.
La morte rivela quello che siamo riconducendoci all'essenziale. È quanto ci rivela lo scheletro prosciugato di muscoli e carne. Lo stesso fa il teschio la cui radice etimologica ci fa approdare e al testum: "vaso di coccio" e alla più plausibile "teca" sempre col valore di contenitore.
Maria conserva dentro di sé e medita. Per capire l'atteggiamento della Madonna dalla nascita del Figlio, dobbiamo innanzitutto considerare che lei mettendo alla luce Gesù che si rivelerà il Cristo, chi lei ben sa, è assurta a divinità, adempiendo il contrario di quanto si verifica al Padre Celeste incarnatosi nel Figlio.
Il vaso è la base da cui tutto è partito. Nel vaso che è rappresentazione del Cosmo, Dio ha trasferito se stesso. La prima conformazione di vaso è quella semplice, panciuta. Il vaso anfora subentra successivamente con i due bracci che ricalcano i fianchi rigonfi della donna fertile. Il vaso è il principio di Dio che traspone se stesso nella creazione.
L'incontro tra il re Pescatore e Parsifal è descritto nel romanzo di Cretienne de Troyes. Il nome Cretienne era molto diffuso nelle Francia medievale, come variante di Christian. In molti ravvisano una relazione tra il nome Cretienne e il dispregiativo italiano "cretino".
Pescatore e pesce si equivalgono. Il mare bagna chi lavora a contatto con esso e anticamente questo faceva sì che il pescatore fosse considerato anticamente una figura sacra. Il pescatore è colui che non si separa mai dal liquido amniotico che lo preserva dall'impurità della vita terrena. È come se fosse in contatto con un altro cielo, fluido e misterioso.
Sul legame tra l'ebbrezza e il Sacro mi sono già occupata ampiamente, prestando attenzione, laddove fosse opportuno, a contestualizzare le posizioni e gli atteggiamenti osservati, di cultura in cultura.
Non è un caso che Santa Brigida patrona d'Irlanda ricorra l'1 febbraio, il giorno prima della Candelora. L'accostamento della Sapienza alla luce lo ritroviamo non solo nell'attributo di eccelsa riferito alla santa in questione, ma anche nella derivazione del nome secondo la radice greca che unisce la sapienza alla luce.
In celtico Ambrogio è Emrys tradotto anche come Merlino. Ambrogio è il celta mago Merlino traslato a vescovo cristiano. In gaelico Emrys è Myrddin che significa appunto "mago" dalle radici im-mi (imago da cui immagine) e rddin: vedere.
La dea Vesta è strettamente connessa già nel nome al rito di accensione del fuoco. La parola Vesta la connettiamo al termine Estate che ha il suo significato in Essere così come in Bruciare. Siamo presenti con la consapevolezza più piena di noi stessi, nel momento in cui bruciamo la dimensione del tempo.
L'identificazione del vuoto col nulla è quanto accade ai nostri giorni. La mente umana si sta talmente raffinando da sconnettersi da tutto il sapere antico che aveva l'impronta di certezza. Il vuoto implica il concetto di dilatazione ed espansione attraverso cui si compie l'azione creatrice di Dio.