Il lavoro di Dio e il letargo dell'Uomo
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Il lavoro di Dio e il letargo dell'Uomo

Il lavoro di Dio e il letargo dell'Uomo

Amore e Psiche
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Da ultimi studi risulta che i primi uomini andassero in letargo d'inverno. Questa notizia passata sotto silenzio contiene a mio avviso preziose informazioni che sotto il profilo biologico ci legano al mondo dei rettili discendenti dei dinosauri e quindi importanti perché alla base del regno animale.

The sleeping beauty by John Collier
The sleeping beauty by John Collier

 

Dal punto di vista culturale è una notizia che può prestarsi a risvolti infiniti, perché carica di un bagaglio simbolico archetipico che può condurre a lontani orizzonti immaginifici e spaziotemporali. L'arché è il principio e il principio risiede nel sogno a cui è legata la dimensione della lentezza. Nel sonno la dimensione psicofisica osserva un rallentamento anche nel battito cardiaco che porta il corpo ad arretrare rispetto alla psiche che invece si scopre attiva. D'inverno il corpo segue il bisogno della lentezza che porta poi al risveglio della primavera. La stagione fredda è il tempo della sospensione e del raccoglimento che sotto la coltre di neve trova il suo calore.

L'uomo è comparso sulla Terra già pronta ad ospitarlo e, come i semi sotto la coltre invernale, così i primi animali. Il mondo si trasferiva sotto il manto di terra, portando l'uomo con l'attività onirica a ristabilire il contatto con quanto perduto. Il mito della caverna non porge forse l'eco di una dimora lontana in cui l'uomo si rifugiava per poi riemergere come le creature del bosco in primavera? Tutto si sveglia nuovo e fresco sul finire di marzo e i magici esseri fatati non raccontano forse di questa riemersione avvenuta in un tempo immemorabile? Il sogno, il sonno e l'oblio sono accomunati forse da uno stesso filo conduttore che ci riporta indietro, come tra le viscere di un mondo in cui eravamo assenti col corpo, ma vivi con lo spirito e che nel tempo abbiamo riscovato proiettando nel regno parallelo di un racconto che è vivo dentro ma che non è possibile trascrivere con le parole del linguaggio corrente, bensì ricorrendo a un alfabeto e a una grammatica che sono propri di una narrazione interiore a cui abbiamo poi assegnato il valore di fiaba. Fiaba, Favola hanno la stessa radice etimologica del verbo greco "femì": Dire, che ritroviamo nelle parole "favo" e "fava". Il primo è il risultato del lavoro delle api da cui si ricava il miele e la fava è il legume chiuso dentro il suo guscio. Entrambi ci riportano all'azione del fare che segue la parola nell'atto della Creazione. La fava ci collega alla dimensione del riposo in cui si sbroglia il racconto dell'inconscio tradotto poi in fiaba che contiene un bagaglio archetipico e ancestrale non indifferente. Laddove compaiono gli archetipi, come già spiegato in altre pubblicazioni, siamo in un contesto sacro. È Dio che si trasferisce nel Creato e pone le basi alla cultura dell'Uomo. Il sogno di Dio è enucleazione dello Stesso dal suo ambito ristretto, per trasferirsi nel Mondo da Lui creato, e l'uomo attraverso il sogno al lavoro di Dio si rapporta, riconsegnandosi alla notte dei tempi e ai suoi albori.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.