Guardare dall'alto equivale a tuffarsi dentro se stessi. Per capirlo, occorre sviluppare una visione panoramica che consente di penetrare nell'interiorità.
Gli animali insegnano ad essere semplici. Il che vuol dire non vivere di poco, ma concentrarsi sul poco per comprendere il tutto. Il tempo degli animali non equivale al nostro. Per loro un giorno significa anni e quello che imparano in un giorno lo fanno proprio per sempre, perché lontani da ogni prospettiva di distrazione. Ecco il valore della semplicità e la semplicità ovviamente sviluppa il senso del giusto.
Dio è semplice nella sua complessità e gli animali sono semplici e anche complessi nella misura in cui ci trasmettono contenuti che vanno ben oltre loro stessi. Osservare significa dare all'anima il tempo giusto di digerire quanto visto e interpretato. Ecco perché quanto più ci si allontana dalla semplicità per preferire la confusione e la complicatezza, tanto meno si coglie della vita.
Dovremmo recuperare in noi la religione della pazienza che era alla base del paganesimo sviluppatosi attorno ai tempi della pazienza necessari alla Natura per compiere se stessa. Le religioni ancora vigenti, fondate sulle tradizioni più profonde si articolano intorno al discorso della pazienza che necessita di una maturazione dei tempi perché il Tutto scenda nello specifico concretizzandosi, cosa che avviene nel Cristianesimo in modo ben dettagliato, e che avveniva anche secondo altre religioni precedenti.
Emmanuele (Dio con noi) equivale a considerare i tempi della pazienza che contengono in modo potenziale e quindi invisibile la realizzazione del compiuto considerata incisiva dalla religione ebraica e per altre vie da quella buddhista, intesa questa come sviluppo della tradizione induista. L'attesa è origine fuori dal tempo che la scandisce. A proposito di questo, grande rilevanza ha nelle culture mesolitiche l'osservazione della Natura in relazione all'attesa sperimentata dalla donna attraverso l'esperienza che precede la maternità.