Una sedia vuota è una sedia che aspetta di prendere una forma e intanto ha un'anima. Una sedia vuota racconta di storie e presenze e incute timore. Non muore chi ha in serbo un racconto da donare e oggi più che un tempo ci lasciamo spaventare da chi è un tutt'uno con se stesso.
Una sedia vuota è lì per essere ascoltata ed è una traccia di luce all'ombra delle cose. È una scia che porta lontano e quel lontano abita nell'interno delle cose. Nell'ambiente morto con le luci spente, è ciò che esiste e resiste al tempo.
Quando avremo buttato via anche l'ultima sedia vuota, avremo smesso di ascoltare. Di vedere una donna alla finestra con le lacrime agli occhi, una donna che sente ciò che è per succedere ed è padrona del tempo a cui si concede. Quelle donne alla finestra non le vedremo più. Sono sempre esistite perché presenti all'interno della nostra anima di cui gli occhi sono la superficie.
Cosa significa essere padrone del tempo? Vivere nell'eternità? È questo ciò che passa in questo tempo di pandemia in cui nessuno vorrebbe lasciarsi andare, ma non è qui il senso dell'espressione. Essere padrona del tempo significa avere in seno la conoscenza che è anche veggenza, anticipazione di ciò che accadrà. Questo è un dono riconosciuto a pochi e a coloro che non hanno smarrito il filo delle cose che le tiene unite e in vita da sempre.
Quando il corpo si assenta e dorme, l'anima trionfa e diventa eterna. Quando il corpo muore, entriamo nello spirito dell'umanità che c'impegniamo a proteggere e a tramandare. Nella morte il raggio di sole ritrova la sua corona e la sposa senza annullarsi. Difatti l'annullamento è di chi perde di vista il tutto, annullando se stesso nel corpo e nella ragione. È questo ciò che siamo oggi e che pochi comprendono.