Da quando è scivolato, il gatto col Collarino non scende più. Si avvicina alla porta d'ingresso e subito torna indietro per lo spavento provato. Ogni tanto lo si vede passeggiare sul balcone... ma rientra quasi subito come risucchiato dall'atmosfera protettiva della casa.
La vita è una continua scoperta e spesso s'impara dalle esperienze prima trascurate perché ritenute troppo semplici, banali e invece essenziali. S'impara e ci si scopre a contatto con l'intimità. Il mondo di fuori serve per mettere alla prova se stessi, ma poi è sempre e comunque l'interno che ci forma. Attraverso l'introspezione noi accumuliamo il tesoro dei ricordi fatto di contatti con se stessi, ma anche con il sapore rilasciato dagli altri.
La luce mordente ci spinge ad ascoltare altro e a ritirarci che non sempre significa ricerca di un rifugio o obbedienza segreta a un qualcosa che ci governa. Esprime la necessità di sentirsi senza vincoli, perché solo a contatto con noi stessi siamo veramente liberi. Nel momento in cui scopriamo la percezione interna della vita, apriamo in noi la finestra sugli archetipi che ci fanno essere in armonici accordi con quanto accaduto prima, alle nostre spalle sul selciato del tempo. Ritroviamo in noi quanto legato a chi ci ha preceduti, attraverso gli echi sganciati dalle anime trascorse che arrivano a noi e ci rendono eterni, nelle cose così come al di sopra del loro fluire.