La mandorla o vesica piscis è il simbolo dell'evoluzione di ciò che possiede una sua impronta sacra che viene poi confermata nel tempo ed espressa agli altri. Il vesica piscis è l'alveo che contiene l'embrione del non manifesto che assolve poi a rinascita nel segno della sua vera identità attraverso la rottura delle acque che indica il passaggio dal prima al presente.
La rottura delle acque è un'esperienza solamente riservata alla dimensione femminile della maternità a cui è assegnata la trasmigrazione da una condizione all'altra. La rottura delle acque nei testi ierofanici e mitogenetici innanzitutto, fa da contrappunto al racconto del diluvio improntato sulla conservazione della tradizione primordiale. Venire al mondo per operare il viaggio che conduce alla propria affermazione. A questa corrisponde il rispetto dei luoghi di partenza osservato tramite la radicalizzazione nei propri contesti formativi quali appunto la Patria e la famiglia. La rottura delle acque come episodio la troviamo nella Bibbia a proposito dell'attraversamento del mar Rosso. Dio separa le acque consentendo al popolo israelita di esistere e di rafforzarsi in Lui attraverso l'identità spirituale. Il racconto del diluvio, anteriore, è indicativo di quella stirpe a cui l'uomo deve fare riferimento sempre e costantemente, rinascendo e protraendosi nel presente. Non può esserci elevazione e assunzione alla luce divina, se non tramite la conservazione della propria forma primordiale, come ci suggerisce la raffigurazione simbolica della Resurrezione di Cristo o dell'Assunzione di Maria Vergine, inscritte nella mandorla o vesica piscis.
Con l'esperienza della rottura delle acque Dio ritrova pieno riscontro nella concezione di Destino secondo l'elaborazione umana e nella derivazione di quest'ultimo da Dio, quale fiore che profuma delle proprie radici.