La contemplazione nei luoghi del deserto
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La contemplazione nei luoghi del deserto

Amore e Psiche
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«Due amanti» di Giulio Romano (particolare)
«Due amanti» di Giulio Romano (particolare)

 

Il Sacro si realizza non solo tramite le pratiche ma ancor prima con lo spazio ad esso riservato. Nel tempo l'uomo è andato smarrendo il legame con la forma, puntando tutto assolutamente sui contenuti. Questo ha aperto una forte discussione dicotomica tra ciò che l'Uomo era, investito di autorevolezza, e chi è nell'attualità, totalmente dedito alla cultura separatista.

Proprio dai testi evangelici d'impostazione esegetica ricaviamo la volontà a sottolineare l'importanza di preservare il corpo affinché il contenuto non si disperda o venga contaminato. Proprio San Paolo nelle sue Lettere insiste su questo discorso, avendo lui incontrato sulla via del Destino la conversione che lo porterà a cambiare vita e anche nome. Il Destino assume una connotazione di rinascita in chi si fa cosciente dell'incontro con una spiritualità che si rende visibile in un momento anticipato da una lunga preparazione che spesso giace nel folto bosco delle ombre della coscienza. Seul diviene Paolo, nome che rimanda al pavulum: pascolo, così come alla pochezza insita nell'uomo. "Paulo" in latino significa difatti "poco". Paolo diviene monte e non diga di sbarramento nell'operazione di divulgare la sua fede conquistata. San Paolo rinasce dal nulla e diviene luogo fertile, tutto il contrario di chi volendosi spogliare del superfluo si rifugia nel deserto, luogo dell'immenso nulla, dove ricondursi a Dio. Nei luoghi del deserto si può fare l'incontro con l'esperienza magica della contemplazione che permette al piccolo di estrarre e guardare visivamente la sua forza immensa con cui scorgere i piani inintelleggibili dell'Altissimo. Con la contemplazione ci poniamo in adorazione e venerazione (in greco "timao") degli alti contenuti che tradotti in immagine ci parlano.

La contemplazione è del piccolo che coglie l'immenso dentro di sé attraverso il rapporto con quanto a lui di mostra vergine e naturale, preesistente all'Uomo. La Verginità è della Natura espressa tramite Gaia, la terra intesa come energia primordiale da cui scaturiscono tutte le cose.

Chi trova Dio tramite l'esperienza della contemplazione esce dai propri recinti e sposa l'Assoluto. È quanto ci trasmette già l'etimologia della parola "contemplazione da cum templum= con il recinto, spazio definito e circoscritto adibito allo svolgimento di un rito sacro." Il luogo incontaminato è indispensabile a intercettare e richiamare l'energia che ci eleva e ci ricongiunge alla dimensione di Dio da noi scissa. La contemplazione è osservazione ma anche traguardo di esaustività. L'uomo non ha bisogno di nulla e nel mentre in cui realizza ciò, si ritrova perfetto e completo. È questa altresì l'esperienza sacra rintracciabile nei veri legami amorosi. Con la contemplazione ci si nutre l'uno dell'altro e ci si ritrova parti dell'antico calice che mesceva la luce di Dio. Ci si coglie come parti interagenti e non relitti di quest'incastro bellissimo a cui il sesso ci riconduce come esperienza non puramente sensoriale, ma di ritorno all'appartenenza perduta.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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