La Bellezza è il lato sensibile del Creato. L'amore e la Bellezza da sempre si coniugano e sono il mezzo attraverso cui l'uomo si riporta a Dio. Con l'Homo Sapiens l'uomo ha imparato a guardarsi intorno e a guardare se stesso ragionando oltre il senso dell'utilità che l'aveva governato per cicli di evoluzione al fine del progresso delle sue attività cerebrali.
La spiritualità ha assorbito l'uomo nel momento in cui egli ha imparato a guardare se stesso in relazione alla comunità di cui era parte e a cogliere il nesso sottile della propria estensione agli altri che lo lega a tutte le creature viventi e inerti che costellano il Creato.
Se nell'uomo primitivo del periodo magdaleniano anche la natura inorganica respirava con una propria magnificenza animica al punto da essere ritenuta sacra e materia prima con cui celebrare lo Spirito dell'Universo (pensiamo alle caverne, prime realtà abitative ma anche primi santuari, ai dolmen e ai menhir) è dell'uomo illuminista ritenere che pietre, rocce ma anche tutto ciò che non venga contemplato nel mondo animale, non abbia una sua sensibilità superiore.
Oggi, grazie anche all'impegno dei seri nuclei iniziatici, si tende a recuperare quanto obliato nel corso dei secoli. Tutto è respiro vivente nell'Universo e noi siamo parte di questo Tutto. Una propaggine periferica ma significativa per il dono dell'intelletto di cui siamo dotati e che ci riveste del ruolo di mantenere costanti gli equilibri di tutti, a noi presistenti. Di cogliere e salvaguardare e tramandare il significato sacro e animico della Bellezza che ci governa e governa il cuore di tutte le cose.