Tutte le antiche tradizioni spiritualmente più evolute avevano i loro eserciti ben organizzati. Giusto per ricordarlo a quelli che battono sul fronte della pace. I popoli guerrieri più antichi conoscevano molto bene e rispettavano le realtà di limiti e confini.
E si nutrivano di simboli perché il simbolo non è che la trasposizione materica di messaggi profondi ed elevati. Così i suoni e ogni forma di realtà sensibile. L'Universo si esprime attraverso canali specifici orientati verso la luce che lascia emergere la forma, così come si esprime con l'indistinto attraverso la percezione del buio orientato verso la forma attraverso l'intuizione immaginativa.
L'Universo tramite il mondo acquisisce linee e forme mutevoli e cangianti nel respiro della sensibilità più elevate, dando sfogo al flusso creazionale dell'arte.
L'arte è carpire attraverso il mondo sensibile espressioni che viaggiano sulle stesse sfere dell'essere ed è altresì sviluppare partendo dall'acquisizione della forma un linguaggio che riporti alle sfere alte dell'Assoluto. Contrazione ed espansione. Con questo gioco di percezioni estreme assimilato ai metodi teoretici di induzione e deduzione, l'uomo si rapporta all'universo interiore e superiore.
Dai conflitti nascono nuove armonie e il ruolo della spada, prima ancora, della freccia, servono a separare per poi ricucire e dare vita a nuove straordinarie identità. Pensiamo alle civiltà totemiche che mirano a riordinare l'interno dell'uomo ripristinando il dialogo col mondo naturale più vicino, quello animale.
La spada invece esprime affinamento e perfezionamento di se stessi ed è legata a una concezione verticistica dell'uomo in rapporto agli altri e al suo Sé superiore. La spada si afferma prima che in ambito feudale, nelle civiltà più aristocratiche orientali ristabilendo una simmetria tra l'oceano superiore e l'oceano inferiore, molto cara alle antiche tradizioni mesopotamiche e anche dell'Estremo Oriente. Alle gerarchie angeliche corrispondono sulla terra gli eserciti della luce che recidono al fine di ricomporre e mantenere integro quanto è della realtà di pertinenza.
"Come in Cielo così in Terra" è quanto i Sephirot dello Zohar ci hanno tramandato attraverso la tradizione cristica. I parallelismi tra i mondi di perfezione e quelli imperfetti inintelleggibili dall'uomo hanno come espansione esplicativa la rappresentazione della Gerusalemme Celeste, proiezione e genitrice della terra contesa, luogo di spade e contraddizioni che brilla attraverso lo splendore lancinante delle stelle acquisite in qualità di simbolo dalla tradizione mariana.