Duriamo oltre le cose, ma spesso le cose resistono a noi. Il tempo è un contenitore che scuote le nostre vite e le rimbalza contro il soffitto del ricordo. È una stanza che, come si chiudono gli occhi del pensiero, cessa ogni respiro. L'amore ci profonde e anima le cose in questa vita. È legato a noi e al nostro mondo, per dissolversi oltre noi, nei campi liberi della verità.
Siamo bauli colmi di fiori incantati, ciascuno dotato di una molla che scuote e anima quelli contigui. Siamo una successione di sentimenti e sensi che accendono lo spirito e accedono a noi, bucandoci l'anima.
Basta un rintocco e ci catapultiamo nel verso che risale la corrente della vita e non ci fa essere più dove ancora vorremmo.
A volte amare è andare controcorrente al flusso della vita che toglie e sostituisce chi abbiamo accanto. Nonostante questo, siamo noi a condurci in avanti. Con i pensieri, le scelte e gli indizi messi a punto dall'intuito, ci collochiamo dove è giusto che siamo, perché altrove non saremmo più noi.
Siamo deità in cammino, a volte controcorrente rispetto alle esistenze figlie della Natura. Esistiamo perché siamo altro al cospetto delle leggi preordinate e le scelte che operiamo illuminano i passi e tracciano la memoria.
Ciò che non esiste più, persiste in noi in un flusso magico, imponendosi alla logica della Natura che nel tempo trova compimento.
L'Io è quindi il Dio negato. Le due parole sono in forte relazione oggi e lo erano ancora più in quel tempo arcano che le ha coniate. In quel tempo remoto in cui l'uomo era presente a se stesso e alle cose del mondo più di quanto non lo sia oggi, per effetto dell'impulso estraniante esercitato dalla tecnologia.
Dio è l'Io che dà alla luce se stesso, come suggerisce la lettera delta nella declinazione di Zeus Dios. La delta o triangolo isoscele è il grande utero che genera perpetuamente ogni cosa. Alla luce di quanto ora espresso, potremmo quindi anche affermare che Dio ha concepito l'uomo che riflettendo su se stesso ha dato forma a Dio. (vedi i testi Upanishad della tradizione indù - vedica)
Dio e l'Io sono entrambi riflesso l'uno dell'altro e tra loro dipendenti. Dio ha creato anche l'uomo nel tempo, instillando in lui il germe del pensiero che lo pone al centro del tutto e a sua volta come dio del suo mondo finito. L'affermazione del potere umano è nella ricerca di un'eternità che vada oltre la durata del suo tempo, con le opere magnifiche e le arti che riportano l'uomo sulla linea retta della Verità che è propria di Dio e a Lui fa riferimento.