La felicità sul terreno mobile dell'irrequietezza
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La felicità sul terreno mobile dell'irrequietezza

Amore e Psiche
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Ballo A Bougival (Dettaglio) - Pierre Auguste Renoir - Quadro su Tela
Ballo A Bougival (Dettaglio) - Pierre Auguste Renoir - Quadro su Tela

 

Senza la felicità saremmo asettici, come un cielo senza il suo astro splendente. La felicità è la luce che fa danzare il nostro volto e colma di benessere lo sguardo altrui.

Non può esserci felicità se non in relazione agli altri, a differenza della tristezza, il suo opposto, che è un muro innalzato tra i rapporti. Se la serenità suggerisce la pacatezza della sera che conclude il cammino di una giornata, la felicità è il sipario che si alza con l'alba. È lo slancio verso le profondità inarrivabili dell'altro.

La felicità è altro dalla gioia. Nonostante la confusione dei termini da noi stessi determinata nell'uso corrente del parlato, la gioia fa riferimento a un momento circoscritto e compiuto. È uno stato transitorio a differenza della felicità che perdura in quanto svincolata dalle situazioni che ci riguardano.

Nel dolore si può essere felici ma non tristi. Nella gioia impossibili sono il dolore e la tristezza. L'indipendenza del proprio sé dagli eventi è quanto da sempre rincorre l'uomo moderno portato a impantanarsi nelle circostanze e a non scorrere sulle cose, né ad elevarsi su di esse.

Marco Aurelio con le sue massime, i filosofi epicurei si sono interrogati spesso sul senso della felicità e del suo raggiungimento, arrivando alla constatazione che chi non vive il presente non riesce a raggiungere la condizione della felicità, in quanto sempre richiamato o sedotto da miraggi lontani.

Più guardiamo lontano e meno siamo felici. È quanto accade all'uomo moderno ormai irretito dal circuito virtuale che lo porta a straniarsi da se stesso e dalla realtà che vive. Rendere la felicità libera dai condizionamenti del desiderio è la meta ultima della saggezza. È la condizione a cui più del giovane catturato dagli impulsi dettati dall'irrequietezza, si avvicina l'anziano, il senior a cui gli antichi riservavano un posto di tutto riguardo all'interno dell'organizzazione sociale.

La freschezza delle esperienze si coniuga ai tumulti autunnali nello spirito goliardico e in quel dinamismo di fugace voracità ben rappresentato dai canti carnascialeschi e dal Magnifico.

La letteratura è cosparsa di passi e passaggi tormentati, così come di venature di algida saggezza, spronandoci verso un'evoluzione continua che ci porti oltre il terreno ballerino delle singole esperienze.

In questo giorno consacrato alla memoria, la felicità è il volto di Anna Frank, il suo profilo inarcato oltre le dense nubi, che ce la ripropone mentre vive la felicità ottenuta dalle profonde riflessioni sul presente che la portano a credere nella bellezza del mondo. Noi la vediamo così oggi, Anna. Padrona di una felicità che non ci è dato comprendere perché al centro di un incolmabile orrore. Allora ci riscopriamo a osservare la felicità allo scopo di assorbirla, allo scopo di vincere sul nostro ristretto e universale dolore. S'impara la felicità dal felice, vivendo nel dolore. S'impara più che altro ad essere felici stando con tutto se stessi nel proprio presente. Perché se la gioia è scucita da un avvenimento che la apre e la conclude, la felicità si raggiunge con l'acquisizione lungo un percorso tortuoso. E imparare ad essere felici, equivale ad imparare a vivere.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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