Si aspetta chi o cosa sono già dentro di noi. Il desiderio è la caduta in picchiata delle stelle che perdono la loro collocazione nel gelo del firmamento.
Il desiderio è la chimera e una volta ottenuto si traduce in delusione e induce a smarrimento.
Se vuoi conoscere a fondo una persona, ascolta i suoi desideri perché rivelano ciò di cui è priva e che forse mai potrebbe riempirla.
L'appagamento non è forse la morte dell'anima?
La persona appagata dimentica la forza del dialogo e dell'espressione artistica. Sta bene e si sente all'apice di se stessa, così come nel buio di una caverna senza sbocco. L'appagamento del desiderio ci porta a confrontarci col mostro dell'insoddisfazione che cerca di prendere il sopravvvento su di noi che ci sentiamo poveri, quindi inutili. Altro è l'appagamento dell'amore che non teme il confronto ed è lì, fermo tra le stelle e in ogni forma di cui è padrone. L'appagamento del desiderio ci porta a sviare da noi e a finire preda dell'ego che ha il ruolo di riflettere la nostra identità interiore.
Conosci te stesso e sarai sazio. Chi si conosce non insegue le forme di appagamento ingannevoli, perché è centrato nella verità. Su questo tema si avvitano le speculazioni teoretiche dell'uomo classico in perenne bilico tra il desiderio di potenza e il rifiuto del superfluo. La dura prova si conclude con l'accettazione a seguito della conoscenza di se stessi e con la sconfitta della propria ignoranza che è nella mancanza di coscienza della propria identità.
Il simbolo del labirinto dai molteplici significati esprime la ricerca di un punto fisso all'interno di noi stessi. Di quel punto che fa da bilanciere di tutte le cose e tra noi e l'esterno. Di quel punto che è la Bellezza splendente di un fuoco che non brucia e attraverso la cui lente ogni cosa appare giusta lì dov'è. Il centro è la terra degli archetipi e della verità. Delle cose semplici e intere, quindi giuste.
Per trovare quel centro e ritrovare chi siamo, dobbiamo ricondurci agli archetipi che rintracciamo all'interno del labirinto.
Non è facile nella vita riacquisirli perché più ci spingiamo in avanti, più il quadro del labirinto si espande e si complica. Più difficile diventa smontare il palazzo degli inganni il cui re, l'individuo, è un fittizio re. Il labirinto del palazzo di Cnosso ci parla di tutto questo e la figura di Arianna, la pura, è colei che nel disordine regge la narrazione degli archetipi. Cnosso deriva dalla stessa radice di "conoscere" (ghignosco in greco antico). Il minotauro è l'apparenza ingannevole, il bruto e il nostro io che s'identifica con ciò che riflette. Chi libera se stesso è il re e il sovrano non solo di se stesso ma della stabilità di tutte le cose nate libere a seguito dell'azione divina tradotta in amore nel Creato.