Per le tradizioni intrise di forte razionalismo, l'amore è un sentimento che eleva e altresì capace di forti turbamenti e di inabissamenti senza più nuova luce. È un sentimento, il principale, che regna nella vita e del legato inestricabilmente alla morte.
È osservabile ma non spiegabile, e dalle molteplici variegature da meritare più espressioni diversificate, ciascuna a seconda del contesto di pertinenza. I Greci dedicano al sentimento amore più verbi, a significare e a colmare i vari ambiti dell'esistenza, ben consapevoli che l'Eros è capriccioso, vulnerabile e imprevedibile al punto da destabilizzare le divinità dell'Olimpo e da piegare il fato degli uomini.
Nel mondo latino Cupido appare nelle sembianze di un angioletto che si diverte a scagliare frecce, coniugando l'amore come passione all'incoscienza giovanile e alla creazione. È il messaggero volubile che appare spesso raffigurato col corpo da infante e il volto da uomo maturo. È radicata nella cultura umana la convinzione che il messaggero indossi le ali e appartenga al mondo eterico. "Angelo" dal greco, significa proprio "messaggero" e il dio messaggero nel mondo grecolatino è Ermes (Ermete, Mercurio) che ritroviamo citato da Dante nelle spoglie del traghettatore Caronte.
Il messaggero ha un ruolo profetico in quanto mette in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Ogni messaggero ha in sé la componente di vita e di morte, come l'amore, anch'esso strettamente connesso alla Morte (Eros-Thanatos). anche per questa ragione il mondo latino rappresenta Cupido con le ali.