Riflessioni del Sabato Santo. Il simbolo della coppa nella vivificazione del culto
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Riflessioni del Sabato Santo. Il simbolo della coppa nella vivificazione del culto

Amore e Psiche
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Riflessioni del Sabato Santo. Il simbolo della coppa nella vivificazione del culto
Riflessioni del Sabato Santo. Il simbolo della coppa nella vivificazione del culto

 

Ci soffermiamo sul valore della gioia che anima la Pasqua senza considerare più quanto avvenuto prima. È come se la sete di vita prendesse il sopravvento sulla precedente sofferenza. La fioritura ci porta a non soffermarci adeguatamente sui momenti di silenzio che restano confinati agli episodi di fustigazione e crocifissione.

Ricordare sarebbe mantenere tutto nel cuore affinché si adempisse la consapevolezza che morte e vita sono inestricabilmente l'uno nell'altro, come c'insegna il simbolo della rosa.

La preghiera è un momento di accensione e di resurrezione che va mantenuto vivo per tutto il giorno. È l'incenso illuminante che esala il suo profumo. È il cero nei pressi dell'altare, è la fiammella nel Santissimo che va costantemente controllata affinché mai si spenga.

Siamo soliti salutare chi abbiamo nel cuore con un messaggio di buongiorno e buonanotte. Chi è dentro di noi lo dovrebbe essere sempre e costantemente e quel saluto, seppure pensiero gradito, non deve rimanere confinato a quel momento. Se hai nel cuore qualcuno, sei in contatto con lui continuamente e costantemente. Così la persona scopre di essere la coppa che innalza il suo spirito ad abbracciare l'altro.

La sacralità è nel perpetuamento della tradizione, ma innanzitutto del pensiero. È costanza e dedizione. Oggi si ha fretta di tutto e i tempi ciclici che seguono e ripetono i momenti più salienti del culto cristiano si vanno riducendo. Il rischio è la loro sovrapposizione. La veglia si è congiunta alla messa ordinaria, restringendo le fasi del rito. I tre giorni del triduo pasquale sono diventati due e ciò rappresenta una severa trasgressione verso i termini che costituiscono i pilastri della tradizione. Si va incontro al perpetramento del rinnegamento di Pietro che interrompe il fluido corso del rapporto uomo Dio. Pietro, rinnegando Cristo, spezza il rapporto unitario tra Dio e l'uomo. Il canto del gallo alla terza volta lo risveglia assumendo le spoglie dello squillo di un telefono che scuote l'uomo per ricondurlo al suo contatto spirituale col Padre.

La memoria è discongiunzione, il ricordo è presenza e continuità. È essere in noi stessi e innalzare il respiro della nostra spiritualità in modo costante, oltre le sembianze transitorie delle cose, per abbracciare il Padre e con Lui la nostra identità.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.