La conversione e il bifrontismo di Giano
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La conversione e il bifrontismo di Giano

Amore e Psiche
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Gesù cammina con i discepoli, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna (Mosaico)
Gesù cammina con i discepoli, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna (Mosaico)

 

Convertirsi è intraprendere un nuovo cammino di fede. Dico nuovo e non un cammino di fede. Dov'è la differenza?

Siamo soliti ritenere che la fede sia una realtà fissa, una dimensione che debba rimanere nel cuore e non concretizzarsi nella vita. Convertire significa trasformare. Cambiare verso, ossia percorso. Non basta la conversione del ritenersi cristiani a supportare la Parola e i testi evangelici.

La conversione non esclude l'interpretazione ma la contiene. La fissità è nel Credo che ha alle sua basi la Fede. Interpretare significa innanzitutto riflettere e maturare per poi assumere un comportamento riflettente la nostra identità di fede. Su queste basi la conversione significa rimettersi in discussione costantemente e interfacciarsi col proprio sé ponendo dubbi, domande e correggendosi. La conversione pertanto non ha esaurimento. È un processo continuo che ha una sua evoluzione anche attraverso i cosiddetti passi indietro, e porta l'uomo a ricercare Dio all'interno di sé.

La tradizione popolare ci ha tramandato la visione dello specchio in attinenza alla seduzione del demonio, come autocompiacimento. Lo deduciamo anche attraverso la tradizione e quanto ci trasmette la fiaba di Biancaneve. La matrigna si guarda allo specchio e lo interroga cercando continue conferme. In realtà lo specchio è solo uno strumento, il mezzo col quale la parte di noi più nascosta viene interrogata ricadendo nella vanità. Potrebbe anche non esserci lo specchio e il gioco dell'interrogazione rimarrebbe lo stesso.

Tutti noi c'interroghiamo e ripetutamente, la differenza la fanno i contenuti delle domande. Il vanitoso vorrebbe la fissità e s'interroga cercandola nell'immagine, come c'insegna la fiaba di Biancaneve. Chi si concentra sul confronto con il proprio sé scavalcando l'ego che si nutre di illusioni e di materialità, vive il proprio credo come una fiammella che danza costantemente senza mai spegnersi. La vera

Fede, il Credo sono dinamici e non statici e su questo si concentra il pensiero della Scolastica medievale prendendo spunto dalle teorie aristoteliche.

Il riflesso dello specchio ricerca la fissità ripetuta dell'immagine. Il dinamismo invece è il ciclo che ritorna ma con le dovute evoluzioni e ciò ci viene consegnato attraverso l'immagine del bifrontismo di Giano. Giano è il dio del cammino che dà le spalle a se stesso scandendo un nuovo inizio. Traslato all'ambito cristiano, egli rappresenta non solo la riconferma della fede, ma anche il cambiamento necessario ad alimentarla.

Il vero cristiano non è mai identico a se stesso ma posto sulla via della conversione. Il nome "Giano" ha in sé la radice del verbo andare. La stessa radice è presente nel nome "Gesù: salvezza", il maestro che va tra la gente impiantando il seme della Parola. Il Maestro anticamente era colui che apprendeva continuamente attraverso viaggi di approfondimento. Tramite questi si confrontava con le varie scuole di pensiero. Con Socrate, quasi contemporaneo di Gesù, il Maestro è colui che va incontro alla gente per compiere negli altri il processo di trasformazione. È questo un elemento che ci deriva dalla cultura indoiranica di contro a quella egizia ed ebraica, di sommità del potere della sapienza che va ricercato nei suoi ambienti. I sacerdoti erano nel Tempio, spazio a loro consacrato e non tutti vi potevano accedere. Lo stesso dicasi a proposito del mondo greco. Il maestro itinerante è un fatto del tutto nuovo per le culture a noi vicine e sembra accreditare la tesi secondo cui Gesù abbia avuto rapporti con l'India e abbia tratto insegnamenti da quella cultura dopo un lungo confronto in loco.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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