L'olimpo greco e le vie della luce
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L'olimpo greco e le vie della luce

Amore e Psiche
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Annibale Carracci - Galleria Farnese, Giove e Giunone
Annibale Carracci - Galleria Farnese, Giove e Giunone

 

La via della luce è la via della dispersione. Zeus nasce da Crono e Rea. Crono è colui che evira il padre Urano dalle cui gocce dei genitali nasce Afrodite. Interessante è l'insegnamento che da tutto questo deriva, ossia che l'amore e la bellezza governano gli dei.

In effetti, Zeus nasce come unico dio della luce ma ben presto si ritrova affiancato da altre divinità che, in quanto a splendore anche in termini di bellezza, non sono a lui inferiori. È quanto si verifica a seguito dell'evoluzione del pensiero dell'uomo greco che ha imparato a porsi svariate domande alle quali affibbiare adeguate risposte. In una religione politeista non è facile preservare le divinità da sovrapposizioni e contraddizioni se si considera anche che la religione è altro dalla fede verso le divinità ed è da considerarsi non come un tema assoluto e immodificabile. Le religioni spaziano e si evolvono di pari passo col cammino dell'uomo.

Spiegare l'amore con termini semplici, accessibili a tutti, in un'epoca tanto antica in cui gli scolarizzati erano davvero pochi, non sarà stata impresa facile. Soprattutto, non sarà stato semplice lavorare di mente su una materia che non scandalizzasse nessuno, per giunta nell'ambito di una cultura ben guardinga a mantenersi pudica e ben attenta a non determinare strane ambiguità. La religione era pensata per tutti e ancor più per donne e bambini, ossia per i più fragili che vivevano a stretto contatto con l'ambiente domestico. Associare la bellezza all'amore significa preservare la cultura della progenie, ciò reso possibile attraverso un discorso sulla bellezza che, prima dell'amore, chiami a rappresentarla l'armonia. L'armonia è alla base dei rapporti personali e sentimentali e di lavoro, ma anche di una lettura matura e di una interpretazione responsabile del mondo. In un Universo sgusciato dal Caos l'armonia è più di una virtù. È una legge alla quale tutti, inclusi gli dei, sono chiamati a sottostare. Gli dei non sono altro che esseri umani traslati oltre la logica spaziotemporale in cui regnano i principi da noi cristiani veicolati da Dio Padre. Questo discorso spiega il perché Afrodite sia collocata prima di Zeus e non solo in rapporto a un ordine cronologico. Nel nome dell'ordine e dell'armonia viene educato anche Zeus. In quanto figlio di un titano (Crono) e della dea primitiva Rea (che già nel nome non rassicura molto e rimanda al Caos) dà da subito adito a dubbi e sospetti. Zeus in effetti, si comporta come gli antichi patriarchi, i capifamiglia che dettavano legge, quella legge che loro per primi trasgredivano, in quanto veicolo di sani principi. Non dimentichiamo che proprio la madre di Zeus spinge Crono ad evirare Urano e ciò spiega la natura discola e vendicativa di Zeus tenuta a bada da Era che rappresenta la versione di Rea ordinata, la quale a sua volta non era la figura docile e remissiva di moglie che l'uomo mediterraneo gradirebbe al suo fianco. A Era nulla sfugge delle marachelle del marito ed è estremamente vendicativa verso le dee e donne concubine.

Una differenza importante balza agli occhi a riguardo del confronto tra la religione giudaico cristiana e quella greca. Al di là del monoteismo che contraddistingue la prima, nella stessa ritroviamo il senso di protezione del nostro Dio verso gli umani e soprattutto verso le donne. Dio che anche per noi significa "Splendente" in quanto diramazione del genitivo di Zeus, non seduce e non conquista le donne mortali. Sceglie Maria, l'umile e sincera Maria perché dovrà ospitare nel suo ventre il Figlio. All'opposto, Zeus è il dio spregiudicato che non si pone limiti. La Teogonia di Esiodo procede lungo le linee principali dinastiche, tacendo le numerose scappatelle di Zeus che danno luogo alle creature semidivine di trovare collocazione nei miti, come ad esempio Achille nell'Iliade, e autorizzando gli altri dei nonché gli esseri umani a comportarsi come lui. È così che la potenza accentratrice di Zeus perde vigore al pari della sua luce. Compare Apollo che, come fosse il riflesso positivo di Zeus, già nel nome non ammettere divisioni. "Apollo" significa difatti "unico" ed è il dio delle arti e della bellezza. Come Zeus Apollo rappresenta il sole ed è alla guida del cocchio d'oro. Egli trova nel tempo l'identificazione col sole che traina nel cielo, mettendo in discussione l'autorità luminosa del padre Zeus. A scanso di equivoci, Apollo è un dio illegittimo perché nato da Zeus a seguito di un tradimento coniugale con la dea minore Leto.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.