Dal linguaggio alla lingua. L'educazione al bello e al sacro
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Dal linguaggio alla lingua. L'educazione al bello e al sacro

Amore e Psiche
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Dal linguaggio alla lingua. L'educazione  al bello e al sacro
Dal linguaggio alla lingua. L'educazione al bello e al sacro

 

La lingua è suono e il suono educa il pensiero espresso dall'intelligenza del cuore. È la lingua che insegna a pensare salvando e dando luce all'eleganza del cuore che non è realtà a sé stante rispetto ai sentimenti, ma una tonalità dell'anima che ingentilisce la forma del pensiero.

Siamo soliti credere che il pensiero umano abbia sviluppato la comunicazione tramite la lingua. In realtà, è stato l'esercizio all'ascolto necessario alla propria sopravvivenza a rendere necessaria l'applicazione di un linguaggio comune, comprensibile da tutta la comunità. A monte dell'elaborazione della lingua c'è l'arbitrio di una scelta, di una forma di selezione tra le variazioni di suoni che in scala hanno portato l'uomo attraverso l'instaurazione di una relazione empatica con l'ambiente, ad imitarlo. Le variazioni sensibili colte sono frutto di una scala di sentimenti costruita dal proprio sentire in armonia con il gruppo di appartenenza. Un linguaggio brutale è ispirato da una primitività selvaggia incapace di instaurare con l'ambiente una relazione di armonie che si traduce anche in declinazione estetica.

L'anima ha strutturato la lingua dall'interno. Usare se stessi, adoperare le parti del corpo per raggiungere un obiettivo porta al passaggio successivo che è l'utilizzo di arnesi esterni per compiere quelle azioni altrimenti impossibili o difficili. È in questo l'emulazione in termini sacri di quanto fece il Dio Creatore plasmando l'uomo a Sua immagine e somiglianza. L'utilizzo dell'argilla o della terra rossa mesopotamica ha portato l'uomo a vedere tra la cultura agricola e l'espressività artistica un legame che ritroviamo elegantemente rappresentato nei primi esempi pittorici del Neolitico evoluto. È quanto anche i geroglifici e le rappresentazioni pittoriche funerarie dell'antico Egitto suggeriscono.

L'innalzamento a Dio è stato aiutato dal linguaggio e dal senso del bello tradotto in estetica, maturato attraverso la conoscenza e la cura del proprio corpo. Gli antichi monili testimoniano una forma di sacra devozione verso il proprio essere in una fase in cui l'ego era ancora immaturo. La congiunzione tra il proprio essere e l'uomo ha portato costui ad abbracciare l'esterno come propria emanazione, operazione questa resa possibile attraverso l'emulazione del linguaggio della Natura. Una mente educata all'ascolto percepisce il bello nelle cose ed educa il pensiero al bello, e nella congiunzione col mondo naturale ritrova la centralità dell'attenzione rivolta al Sacro.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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