La notte non nasce come dea in quanto opposta alla definizione di dio che è luce. Ma è proprio dalla notte, espressione della vita intrauterina, che traggono origine gli dei. La notte è riflessa nel mare che rintracciamo nell'etimologia del nome Maria, la Madre di Dio e di Maya la madre di Budda.
La notte è il Kaos, l'indistinto sul quale la luce applica la trasformazione con i raggi che fendono e determinano la forma. Con la forma entriamo nel regime guidato dalla legge del determinismo che orienta la materia. Determinismo equivale a giustizia. Col determinismo ogni cosa prende forma attraverso un bilanciamento delle proprietà che regna sulla materia e la regola dall'interno. La parola "materia" riconduce alla divinità egizia Maat, la giustizia non intesa in chiave etica, ma rappresentata da colei che regge la legge degli equilibri. Nut e Maat sono entrambe divinità femminili per il mondo egizio secondo il quale l'immaginario rappresentativo da cui attingono le dee non è slegato dal concetto di Cosmos. La Nut egizia potremmo assimilarla all'Urano greco perché la notte per gli Egizi non è un principio indipendente dal firmamento che segue un indirizzo e possiede una forma impressa dagli astri e dai loro movimenti.
Il mondo greco è agli antipodi rispetto alla sensibilità sciamanica. Pur avendo avuto contatti con l'Asia Minore e ancora più lontano con l'India, sul piano della tradizione culturale non esprime esempi rilevanti a proposito dello Sciamanismo, e comunque assolutamente non dello Sciamanismo vero e proprio che è quello cacciatoriale siberiano. Lo Sciamanismo con cui entra in contatto è quello estatico indiano da cui apprende il gusto dell'ebbrezza indotto dal consumo di oppiacei.
La follia dello Sciamano primo uomo si esprime nella capacità di lavorare e partorire l'Universo dall'interno, attraverso quello che è chiamato stato sognante. Processo che avviene per via di una composizione di accordi armonici tra il Caos e il Cosmos. Se la materia appare agli occhi per opera della luce solida e statica, quanto è estraneo al mondo fenomenico ha una sua musica che viene espressa anche con la danza. La danza dello Sciamano non ha valore esclusivamente ritualustico. È una forma di trasmutazione alchemica che opera sul piano dell'energia e va ad influenzare la materia ripristinando al suo interno un regime di armonia. In questo di ritrova l'azione terapeutica dello Sciamano non a caso definito Medicine Man.
Le vibrazioni l'uomo comune le coglie attraverso la luce che opera all'esterno dei solidi inventando e illudendo ma anche, rievocando nei più sensibili la Verità nascosta. Le vibrazioni costitutive la materia che avvengono internamente sfuggono alla vista. Solo il sognatore riesce a vederle perché coglie le cose come dovrebbero essere e prima che esse siano, applicando il prima come chiave di risoluzione al presente che è la dimensione dell'uomo in sonno.