Siamo soliti accostare la perfezione alla completezza, quando in realtà la perfezione è il respiro dell'assenza traslato in chi osserva. La sublimazione è nell'immaginazione suscitata dall'imperfezione, che si fa stimolo e volo.
Le mani in passato avevano questa funzione, plasmare l'imperfezione sublimandola in bellezza. Si viene rapiti dell'immaginazione che vede ciò che nella realtà è spazio definito, portandoci ad andare oltre. Questo fa la cultura. Andare e accompagnare oltre lo spazio finito. Questo fa l'Arte: stimolare l'immaginazione, partendo da quanto c'è di reale e quindi di imperfetto.
L'uomo non è nato per concepire la perfezione in questo mondo. Ha dentro di sé scolpito l'alito di Dio che lo spinge a costruire il sogno, l'altra faccia della luna che noi non vediamo. È strano a dirsi, ma è la realtà presente e che si rende palese, a impedire e altresì spingere i più sensibili a scoprire il dio e il mago che è nell'uomo stesso. Facendo, l'uomo si definisce. Ecco pertanto, il valore dell'artigiano.
La faccia è il tutto compiuto. Dal latino "facere". Il volto è espressione di ricerca. È d'introduzione a un mondo che è del dio e del mago esploratore. La faccia dice tutto e come termine la usiamo in forma dispregiativa. Il volto no. È sapiente bellezza. È il movimento che traspare e richiama l'immaginazione. È Amore che rapisce Psiche.
La faccia della luna racchiude in sé il compiuto. Il volto della luna è mostrarsi e obbedienza alla volta stellata.
L'uomo si scopre mago nel sogno e da sveglio si sdopppia. C'è chi porta in sé la magia di quanto sognato e chi invece, perde il suo tesoro nascosto e continua a sognare.
Che cos'è l'immagine se non sogno? Non sciocca riproduzione, ma disvelamento sottile del nostro estro nascosto che ci rende a immagine e somiglianza di Dio. Ecco il valore dell'origine nel sogno e quale potrebbe essere se non quello di ricondurci a Dio?
Siamo la resa plastica dell'immagine di Dio concepita ed è stato un errore alquanto superlativo essere caduti nell'oceano spazio tempo attraverso il dolore del peccato, un errore necessario affinché l'uomo avesse sete e fame di eternità. Non siamo eterni ma possiamo a livello di immagine diventarlo. L'uomo colse il frutto, quello dell'albero proibito. Lo colse la sua metà, la donna, la primordiale genitrice che si è resa serva del peccato e suo sollievo. L'arte è femmina. È controbilanciamento tramite il talento donato da Dio all'uomo e alla sua natura carnale e materica. L'integrità uomo donna è il volto di Dio. Composizione armonica e non accordo sessuale che pure serve ma va racchiuso nel momento.