La mano e la luna nella seduzione orientale
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La mano e la luna nella seduzione orientale

Amore e Psiche
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Opera di Takato Yamamoto
Opera di Takato Yamamoto

 

A differenziare l'uomo dagli animali è proprio la conversione della zampa in mano. Il primo uomo, parente dei primati, utilizzava le mani come appiglio per aggrapparsi e per cacciare.

Lì dove dorme l'energia primordiale, alla base della colonna vertebrale in corrispondenza dell'osso sacro, spuntava la coda poi assorbita dall'immagine del serpente dormiente arrotolato alla base della spina dorsale.

"Umano" riconduce a "mano". "Umano" deriva da "humus" il lato fertile della Natura. "Umano" ci differenzia da ciò che non lo è, e alla base di ogni dustinguo c'è l'abilità delle mani che, a prescindere dall'imput che ricevono dal cervello, hanno sviluppato una propria intelligenza creativa. La mano priva ed eleva. È comandata ma imprime una forza e una forma proprie. Dio crea nella propria mente ed esegue con le mani andando ben oltre la propria volontà. La mano è l'azione dei vivi e la potenza dei morti che si sottraggono ad ogni logica. I Manes latini esprimevano questa visione. Si mescolavano ai vivi e poi si ritiravano nel sottosuolo simbolo dell'interiorità della terra che ha una sua luce ed è espressione della creatività nascosta all'uomo.

Il genio esce dalla lampada ma è mistero che non è la lampada. Sul gioco luce tenebra si sviluppa il mondo della sacralità mediorientale.

Le mani proprio perché luce che sorge dalle tenebre rappresentano il sole che splende o si rinchiude. Le eclissi erano altro dal tramonto del sole. Era il mondo delle tenebre che sopraffaceva quello della luce ed erano foriere di tristi presagi.

La donna orientale che regge il ventaglio è colei che possiede la conoscenza profonda che rivela attraverso la luna. Questa raccorda il mondo della Natura con quanto vi è sotto. La mano è la potenza del sole che illumina il sottosuolo e porta in alto la luna. Come forma di devozione le donne dell'estremo Oriente usavano cospargere il viso di bianco uniforme. Il pallore lunare era sinonimo di bellezza di contro all'incarnato giallo naturale. La risoluzione è nel bianco che non scalza il nero ma lo contempla e col quale gioca a incastrarsi come suggerisce il simbolo del Tao.

Su queste basi il mondo Oriente ha elaborato la propria cultura erotica. Se nel mondo occidentale l'eroismo slancia l'erotismo maschile, puntando sull'immagine dell'uomo che sfida la morte agendo da prode guerriero, l'erotismo orientale s'imposta sui giochi di seduzione tra ombra e luce. E in questo un ruolo fondamentale è affidato alle mani. Se i piedi sono espressione di volgarità terrena, la mano crea e partendo dal basso sviluppa il volo. Pensiamo al gioco delle ombre sul muro alla base dell'arte delle ombre cinesi. I bambini vengono divertiti ed educati al mondo creativo e tanto vero agli occhi delle creature che si agitano sullo schermo della parete, create dalle mani che possono diventare ogni cosa. Animali come immagine che eleva e che traduciamo nel volo dell'aquila o nella leggerezza della farfalla.

Tutto può la donna partendo dalle mani, nell'eros orientale. L'arte della guerra rigida e rigorosa è dell'uomo. A lei il compito di ricreare un mondo di sollievo e di ispirazione che si è tradotto in esteso in grandezza del mondo antico orientale.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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