La fata e la stella nell'antico immaginario pagano
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La fata e la stella nell'antico immaginario pagano

Amore e Psiche
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Stefano Carlo Vecoli Pinocchio e la Fata Turchina
Stefano Carlo Vecoli Pinocchio e la Fata Turchina

 

È facile chiedersi se ci sia un'attinenza tra le fate e le stelle. "Fata" deriva dalla stessa radice di "fato" che a sua volta si ritrova e nel verbo Fare (facere in latino) e nel verbo Dire ( femì in greco). La fata è colei che predice in modo inviolabile e quanto predice succede.

Non è la profetessa ma un essere di altra specie dalle sembianze anche umane che appartiene alle dinastie dei boschi. Può essere piccola da nascondersi all'ombra dei fiori, e più piccola appare, più grande è la sua potenza tradotta in poteri magici. Da qui l'associazione alle stelle e alla luce.

Nelle antiche fiabe compare seguita da una scia di stelline o nella forma di un granello di luce al cui centro è rintracciabile una figura femminile. È esile e armoniosa e questo aspetto la rende lontana dalla materia e legata fortemente al regno magico. Compie incantesimi, è nella sua natura e la bacchetta dei maghi che la contraddistingue termina con una sola stella a indicare che non è umana ma neanche una creatura celeste. È una creatura del mondo verde e qualcuno è ancora in grado di vederla nel sottobosco o ai bordi dei piccoli laghi. Nel corredo immaginifico che la rappresenta la troviamo piccola, adagiata all'ombra di erbe e fiori. La coscienza che ha di sé già dalla nascita la porta a collocarsi in cima alle altre specie che caratterizzano il mondo incantato. È una stella che alimenta la bellezza del mondo verde di cui s'impegna a mantenere in vita gli equilibri.

La bacchetta verticale suggerisce l'ascendenza al cielo e l'accosta agli esseri divini che dimorano oltre la volta di stelle. Così il cappello a cono che in forma simile ma senza la punta finale, ritroviamo come copricapo dei faraoni Egizi. La punta indica il contatto con l'energia ultraterrena e il cono del cappello, una vera e propria tiara, rende la fata una figura diametralmente opposta alla strega con la tradizionale tuba che richiama i camini e riconduce all'elemento fuoco.

Non tutte le fate sono buone e non tutte le streghe sono cattive. Purtroppo su questo punto un ruolo forte ha giocato la funzione attribuita alle antiche storie popolari quindi reinterpretate secondo gli schemi delle nuove società costituitesi.

Il termine inglese che designa la "fairy" contiene il riferimento alla distanza dal mondo umano "far away", distanza che si è amplificata con i processi di inurbamento dei suoli incolti. La parola rimanda anche alla radice indoeuropea del verbo greco "Femì". È colei che crea con le parole e qui ritroviamo l'antica corrispondenza tra la creazione e l'uso magico della parola.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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