La raccolta e il grano
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La raccolta e il grano

Amore e Psiche
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Persefone e Ade in trono, particolare di pinax locrese, V sec. a.C., Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Persefone e Ade in trono, particolare di pinax locrese, V sec. a.C., Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

 

A "mese" si riconduce anche "menes: luna". Questa radice antica, indoeuropea di "luna" fa capolino dagli aggettivi "mensile, mensilità..." e la ritroviamo anche in "mensa". La luna anticamente dava la misura a tutte le cose e la luna fertile era chiamatai del raccolto.

"Messe: raccolto" deriva da lì. Alla fertilità della luna si ricollega l'abbondanza che ritroviamo a forma di corno riproducente la falce di luna crescente. La luna è operosa nelle attività rurali e dell'anima. È la perla dei viaggiatori e dei mendicanti, di contro al sole che siede sul suo trono dorato e alla lunga inaridisce ciò che lascia brillare.

Il mese come raccolto fruttifero lo ritroviamo presente nel vocabolo calabrese "mesata" col significato di "stipendio mensile" corrisposto a chi produce col lavoro nei campi. L'associazione luna misura di abbondanza la ritroviamo nella mensa come esposizione e offerta della produttività della terra lavorata. Lavorare nei campi significa produrre e guadagnare.

Siamo soliti confondere "raccolto" con "raccolta" . Il primo si riferisce ai frutti della terra: cereali, ortaggi, verdura, legumi... Il secondo etimo si riferisce alla frutta che viene raccolta dagli alberi.

Il raccolto fa riferimento alla crescita dei semi. "Seme" è ottenuto dall'inversione sillabica di "mese". È l'origine da cui si diparte l'abbondanza rapportata alla quantità importante dei prodotti con lo stesso seme. "Simile" è il traslato di "seme" che tiene conto delle caratteristiche intrinseche che rendono un soggetto appunto simile ma non uguale all'altro. C'è qui la volontà di salvaguardare l'identità di ogni individuo e in campo agricolo di recuperare le specie autoctone altamente nutritive di contro alla massificazione di un'agricoltura industriale che per incrementare la quantità ha penalizzato la qualità. È quanto sta accadendo a proposito del grano e degli altri cereali universalmente presenti in tutti i Paesi e a differenti latitudini e longitudini.

Come vi è differenza tra "raccolto" e "raccolta" vi è differenza tra "grano" e "grana". Il primo fa riferimento al seme singolo che si estrapola dalla pannocchia o fusto o stelo. La seconda si riferisce a un agglomerato di semi che si trova all'interno del frutto. Alla moltitudine di contro al singolo. La grana è in quanto tale simbolo di ricchezza e fecondità ed è questo l'aspetto posto in risalto nell'uso volgare e delinquenziale del termine che designa un gruzzoletto di soldi. Le grane di contro, sono le situazioni scomode che si presentano sempre in mucchio. La filigrana trae ispirazione nella lavorazione dei metalli nobili dall'effetto globulare ricavato dall'osservazione della grana nei frutti.

Sia "Grano" che "grana" hanno un'origine etimologica ancora incerta. Il suono "gr" suggerisce durezza e lo ritroviamo non a caso in "grumo" e "granito" così come in "granita".

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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