Il gregge e la voce del padrone
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Il gregge e la voce del padrone

Amore e Psiche
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San Giovannino (san Giovanni il Battista). Chiesa di San Giovannino (Alessandria)
San Giovannino (san Giovanni il Battista). Chiesa di San Giovannino (Alessandria)

 

Sentiamo spesso in rapporto alla nostra società parlare di gregge quale metafora di un popolo che segue il padrone remissivamente, senza porsi domande. È esattamente il contrario del significato vero, quindi originario di gregge.

Abbiamo visto come la radice "gr" ci immetta direttamente in una dimensione di raccoglimento e di calore che ritroviamo proprio nei luoghi protetti a forma di cavità e nella grotta. Partendo da qui, "gregge" significa ritrovarsi in una condizione di raccolta partecipazione che nasce da un'interna comprensione. A questo punto inevitabilmente dobbiamo ricondurci al valore che aveva la pecora e a seguire l'agnello nella simbologia ancestrale, prima che la pecora fosse materialmente associata alla pecunia o meglio, che la pecunia fosse agganciata alla pecora considerata fonte di importanti guadagni.

La pecora è un simbolo solare, uno dei pochi simboli teriomorfi che non hanno origine ctonia. È bianca e per questo associata alla luce. In più è la femmina dell'ariete che ha le corna a spirale e la spirale rappresenta il sole. La pecora associata alla luce non conosce l'ubbidienza ma l'obbedienza in quanto in stretto contatto col proprio sé che è luce. L'esempio pertinente di tutto questo ci giunge proprio dal valore sacro attribuito all'animale in questione dalle Scritture evangeliche. E in particolare al piccolo, l'agnello che è senza peccato al contrario della pecora associata dal mondo Romano al peccato perché tramite di essa si scontava la pena. Il peccato era quindi il torto fatto a cui corrispondeva di rimando un risarcimento materiale consistente nella resa al danneggiato di una o più pecore in base al danno arrecato.

L'agnello troppo piccolo non veniva preso in considerazione nello sconto della pena. È quindi esempio di purezza suprema e lo ritroviamo in tale visione nell'Antico Testamento. Associato alla mensa del Signore, egli rappresenta la nuova generazione di uomini al seguito della Parola di Gesù. In tale prospettiva accompagna l'iconografia di San Giovanni Battista in cui con la dicitura "Ecce agnus dei" l'agnello corrisponde alla nuova luce che si fa strada nel mondo. Il Battista è difatti colui che grida nel deserto e prepara la strada all'accoglienza del Cristo Salvatore. L'agnello è animale sacrificale, quindi, promessa di vita.

Nei Vangeli troviamo Gesù che si presenta come il Buon Pastore che conduce il suo gregge. Questo si forma e raccoglie dietro di lui in quanto riconosce la voce del padrone. Il Buon Pastore è il Maestro che non insegna l'ubbidienza ma l'obbedienza e cioè a seguire la voce della verità che è nel proprio sé.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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