L'ostia e il significato di nemico
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L'ostia e il significato di nemico

Amore e Psiche
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L'ostia e il significato di nemico
L'ostia e il significato di nemico

 

Non può esserci caduta nel momento in cui è creata parallelamente la possibilità di riscatto. È il mondo, è la vita. È la luce con l'ombra del dubbio che porta a riflettere. È la notte con il suo buio che chiude gli occhi al presente e ci conduce a noi stessi, alla nostra scintilla dormiente. Tutto questo ritroviamo riportato nel simbolo dell'ostia, più che simbolo, corpo vivente, mezzo di redenzione.

Perché non considerare l'ostia un simbolo?

Il simbolo è una rappresentazione che nasconde significati oltre a quello della forma in sé. Ci riporta a un'idea che è anche sentimento collettivo. L'ostia è il mezzo attraverso cui si attua il processo di transustanziazione per merito del quale il pane diventa in virtù della cerimonia stessa, corpo di Cristo e collante della fede. Perché ciò avvenga e si compia il mistero, occorre consolidare il rito eucaristico in tradizione vera e propria che contempli la realizzazione dell'istituzione secondo regole rigide e fisse. La realizzazione delle ostie è affidata a suore preposte che ne rispettano meticolosamente la tradizione. Da ciò si evince il concetto di tradizione ben più profondo rispetto a quello che usualmente usiamo. A proposito di tradizione legata al pieno rispetto di regole e dettami sacri, dobbiamo entrare nell'ordine di idee che in essa si cala il respiro di Dio. Qui il valore metastorico della tradizione stessa. Nella tradizione come termine da noi usato comunemente esiste solo l'energia scaturita dalla ritualità che ritorna di comunità in comunità, fattore del resto presente anche nella tradizione sacra.

Ritornando all'ostia, è interessante il suo duplice significato che in realtà vedremo essere uno solo ma con diversa contestualizzazione. "Ostia" significa "vittima" in rapporto al sacrificio compiuto da

Gesù, sacrificio di obbedienza alla morte per la salvezza di tutti noi. Egli è la "Vittima sacrificale" a cui viene collegata l'ostensione del corpo tramite appunto l'ostia da "ostentare" ossia "mostrare" attraverso cui si compie il rito vero e proprio. "Hostis" in latino significa nemico. Tale nome si collega all'usanza di esporre al vilipendio pubblico traditori e nemici catturati. Ma quale attinenza ha l'ostia col nemico?

Negli esorcismi si somministra al soggetto catturato dal diavolo l'ostia consacrata in quanto ormai transustanziata in corpo di Cristo. L'ostia in quanto espressione convinta di fede e riconosciuta dalla comunità cristiana, scaccia via il diavolo che invece è divisione. La persona esorcizzata che riceve l'Eucaristia ritorna ad essere parte con Cristo e di Cristo.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.