I riflessi ci aiutano a leggere e interpretare la realtà per farci raggiungere il culmine della verità. I riflessi sono propaggini in molti casi divenuti parti complementari altrimenti mancanti e che ritroviamo nel gioco di simmetrie.
Queste servono anche al fine proprio di comprendere che siamo tutti parte di una essenza originaria che ha la sua radice in alto. Siamo proiezioni, non cloni, di forme di luce, astrali, riversate sulla terra dall'Episodio della Caduta.
Al di là del fraintendimento verbale operato da un'errata traduzione di "malum: frutto cattivo" con mela, questa c'introduce a una doppia valenza anche ingannevole. La mela è la pienezza da assaporare durante l'atto sessuale, pienezza libidinosa che trova riscontro nell'estasi raggiunta durante l'erotismo, ma per forma rimanda alla simbologia dello specchio che riflette la parte mancante. È questa di completamento secondo una verticalità che sembra reciderla nel mezzo. Proprio per il suo doppio significato che ispira e soprattutto suggerisce l'immagine del cuore, la mela era l'obiettivo dell'arciere in via di allenamento. La brocca o vaso collocato sulla testa del compagno dapprima, e la mela poi per livelli di tecnica conseguiti più alti, erano l'obiettivo da colpire con la freccia soprattutto nelle aree anglo germaniche e nordiche in generale. L'associazione destrezza militare erotismo è consequenziale. La fenditura scaturita dalla freccia nella mela suggerisce l'abilità sessuale dell'arciere e la capacità di saper più che parallelamente, complementarmente, riuscire a impadronirsi del cuore della donna scelta. La nobiltà d'animo che ritroviamo descritta appieno nei miti cavallereschi diviene quindi componente essenziale che consente di portare avanti una cultura profondamente etica in quanto collegata all'immaginario sacro di un esercito al fianco di Dio, tramite cui salvaguardare e proteggere le anime fragili e le parti deboli del quadro sociale. Il giuramento del cavaliere al cospetto della grande dama era un'investitura vera e propria in cui il cavaliere prometteva sul proprio onore di prestare fede ai precetti divini e legiferati dal cavalierato.
Nel mito di Artù il tradimento di Lancillotto con Ginevra rappresenta le insidie private infiltrate nell'ordine del mondo e contribuisce a dare slancio a nuove trame avventurose che colpiscono l'immaginario cortese e contribuiscono a rifocillare l'oralità popolare. È la trasgressione che riporta al tradimento nella religione giudaico cristiana perpetrato dall'uomo verso Dio. Nonostante la significativa tradizione celtica e pagana alle spalle del mito arturiano, la rilettura in chiave cristiana fa precipitare la cultura originaria di appartenenza nel mondo disordinato e belligerante del Medioevo in cui l'immagine del Cristo Re viene inseguita e di colpo tradita dall'irriverenza del mondo.