Ara e altare, caverna e grotta
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Ara e altare, caverna e grotta

Amore e Psiche
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 Antiche ARE SACRE, Montefotogno, comune di San Leo (Rimini)
Antiche ARE SACRE, Montefotogno, comune di San Leo (Rimini)

 

"Ara" è una delle parole antiche composte di tre lettere che rimandano alla geometria del triangolo. L'Ara è l'antico altare di pietra che riproduce la rappresentazione del dolmen ma, a differenza dell'altare di moderna intuizione e costruzione, i pilastri sono di pietra non lavorata e rasenti il terreno.

Questo perché i primi riti erano legati alla terra e al ciclo delle coltivazioni. Avevano pertanto il fine di ringraziare e richiamare gli spiriti della terra e del sottosuolo allo scopo di assicurare beneficio all'intera comunità. La parola "ara" nella sua semplicità è alla base di altre parole ad essa ispirate, tra queste "aratro" collegato alla prima tradizione di coltivatori, così come "aria" è aria. Indica quindi il processo di spinta verso il cielo che ricopre l'esperienza umana dalla nascita.

Gli antichi distinguevano tra "aria" e "vento". L'aria è la dimensione che salendo di quota si fa sempre più sottile e leggera. A questa è legata la trasparenza di angeli e di entità che, salendo, si fanno sempre più distanti dalla materia. La prima idea di spirito considera le anime defunte che riemergendo percorrono i luoghi della natura e gli spazi domestici, a volte molestando. In ciò si ravvisa una concezione primitiva della morte che, nonostante il subentramento dell'idea di eternità successivo, già considera ma sul piano del bisogno, la rinuncia a rigore di pensiero di una fine definitiva.

Il concetto di spirito legato al cielo si diffonde con le religioni vere e proprie che nascono con l'impronta patriarcale. L'altare non è più misero e rudimentale. Viene allestito e via via impreziosito e attraverso di esso si invitano le entità protettrici del cielo a discendere sulla terra e a convertire in buono quanto sfugge alla logica dell'uomo ed è del mondo della Natura e del sottosuolo.

Il colore ha determinato il carattere delle forze e non il contrario. L'oscurità richiama il pericolo. Il primo confronto uomo oscurità è avvenuto all'interno delle caverne in cui spesso s'introducevano all'imbrunire bestie feroci. Da qui il mito antico del lupo cattivo che sbrana. A mano a mano che l'uomo ha riflettuto sull'ambiente che ha imparato a relazionarsi con l'intelligenza del cuore, il mondo circostante ha assunto anche connotati simbolici. La grotta, la caverna sono diventati anche altro e hanno portato l'uomo a scoprire il tesoro della propria creatività.

Non esiste simbolo che non ponga in relazione l'uomo alla percezione creativa del mondo, nonché con le sue potenzialità che concentrano terra e cielo. La terra è negli strumenti e nel materiale da usare e applicare, il cielo è emanazione diretta, sensibile che si rende palpabile attraverso il ciclo di respirazione il quale mette l'uomo in condizione di relazionarsi con il proprio interno.

Sarebbe giusto operare un distinguo tra grotta e caverna che permetta anche di comprendere meglio il Mito della Caverna di Platone. La caverna è una grotta all'interno profonda e lunga e articolata. La grotta invece è tondeggiante e poco profonda. Le sensazioni che derivano da entrambe sono chiaramente diverse. La caverna prepara l'uomo al confronto con il suo inconscio inquieto che lo aiuta a crescere. Nella grotta la sensazione che prevale è quella di accoglienza e protezione che provava l'uomo e non solo nel ventre materno. Nella grotta l'uomo si ritrova nella condizione di percepire il lato affettivo e rassicurante della terra. La caverna come già il suono suggerisce, prepara l'uomo al confronto e alla lotta con sé stesso.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.