Il Medioevo e il ruolo della folla
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Il Medioevo e il ruolo della folla

Amore e Psiche
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Engraving depicting an early Chester Mystery Play
Engraving depicting an early Chester Mystery Play

 

I profumi che ritornano hanno un sapore dolce e tanto struggente. Sono il dolore che non vorremmo mai lasciare, come un sogno antico. Definiamo col termine "antico" non ciò che appartiene al passato, questo si definisce vecchio, ma quanto c'è di profondo, di ancorato alle radici, e trionfa sul tempo.

L'eternità per l'uomo sarebbe troppo dolorosa da sopportare nell'alternanza di vite e di altrettante perdite che si accumulerebbero come croci piantate nel cuore. È quanto provano i mistici che si fanno carico di tutte le croci del mondo, portando su di sé le pene di Cristo. È quanto la spiritualità medievale ci consegna, mantenendo vivo un sentimento di paura verso le manifestazioni di Dio sul corpo dei santi mistici.

Come si guarda dalla fede nei suoi aspetti più inquietanti, il Medioevo si guarda dal Diavolo. Dove si manifestano eventi soprannaturali, Dio non può esserci e si finisce col colpire i santi mistici che si fanno carico dell'inspiegabile.

Considerare su queste basi il Medioevo come un periodo storico culturale conclusosi nel tempo, è un limite. Il Medioevo più che un'epoca, definisce un atteggiamento verso la vita e la percezione della realtà che è ritornato nelle epoche e ancora ci riguarda. È la dimostrazione dei danni operati sulla gente dalla paura. È quanto l'uomo si è ritrovato a vivere a seguito di pandemie ed eventi funesti che hanno fatto vacillare il controllo e l'equilibrio della ragione. Ecco pertanto il termine "oscurantismo" applicato al Medioevo ma applicabile anche alla nostra epoca che nel periodo del Covid ha dato il peggio di sé, facendoci ripiombare in una macabra realtà sociale. Il clima di terrore, di diffidenza, il coprifuoco e il confinamento come durante la peste e il colera e non ultimo, il diritto di delazione hanno portato la nostra società a degenerare a un tempo di vanificazione di ogni attributo di civiltà. Più di tutti, grave è stato il reato di spaccare il popolo. È quanto è successo in tutte le epoche di profonda crisi ed è quanto accadde nel Medioevo per poi riproporsi nel Risorgimento, allorquando non tutti compresero la necessità di un'unità nazionale, mandando così in frantumi il disegno di unità del popolo.

Il termine "folla" deriva da popolo che ha un riferimento preciso alla particella "plus" la quale indica la moltitudine in una concezione ordinata della società. Siccome i poveri in passato hanno sempre superato di numero i ricchi, "popolo" ha finito col designare gli ultimi: la plebe, il terzo e il quarto stato.

Il termine "folla" anche al plurale lo leghiamo alle sommosse poco organizzate. Folla infatti richiama al caos e in passato si usava per acclamare qualcuno o per denigrarlo pubblicamente. La folla acclama Gesù quando il giorno delle Palme entra a Gerusalemme seduto sull'asinello, animale che in passato era associato alla ribellione, perché di testa dura. Non a caso Gesù è legato all'asino e non di certo perché umile. L'asino esprime infatti l'autorevolezza celeste che designa Gesù venuto sulla terra a portare scompiglio a riguardo delle regole sbagliate del mondo. Gesù insegna parlando alla sua società, ma Lui in realtà parla al mondo, ossia anche ai tempi che verranno. Ecco pertanto la differenza tra il linguaggio degli Esseni e dei rivoltosi dell'epoca e il linguaggio di Gesù. Egli è il rivoluzionario ma non nei termini che una certa corrente di Sinistra ha pensato bene di usare piegando la figura di Gesù ai propri scopi. Gesù parla di mondo e non di società. "Date a Cesare quel che è di Cesare" non è il discorso di un Barabba. "Io non sono di questo mondo" dice ancora, lasciando intendere che, in quanto al di sopra, è venuto a dare alla realtà terrena una nuova direzione.

Fu tradito e non tanto perché fosse incompreso, ma per paura dei legionari romani che seppero comprarsi il favore del popolo incentrato esclusivamente sulla sperequazione sociale tra ricchi e poveri. È quanto ritorna nel Medioevo non più con i sommi sacerdoti e i Romani ma con il clero che impone la propria lettura della fede corrompendo col denaro i più umili. Il tradimento cambia nome e diventa spionaggio, oggi delazione, a mettere contro gli uni gli altri gli ultimi. La stregoneria nel Medioevo così di diffuse e venne al tempo stesso perseguitata, tramite la complicità degli umili che per un tozzo di pane spifferavano quanto la loro ignoranza aveva intuito. Ecco pertanto, esplodere le folle di urla rozze e gioiose dinanzi alle persone arse come fantocci di paglia sui roghi.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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