La dimensione del presepe e il regno dei piccoli
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La dimensione del presepe e il regno dei piccoli

Amore e Psiche
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La dimensione del presepe e il regno dei piccoli
La dimensione del presepe e il regno dei piccoli

 

Il sole che ritorna a crescere rappresenta la luce che parte da dentro diffondendosi tutto intorno. Il Bambinello nella grotta trasuda luce che lascia risplendere nella semplice vita di ognuno e nelle attività quotidiane che sempre dovrebbero accendersi dell'intimità domestica e che dovrebbero accompagnarci sempre, ovunque si vada.

Il presepe ci mostra questo nella sua conformazione di borgo. Un mondo racchiuso ma non chiuso, che ci rende partecipi della concezione di vita medievale. È un mondo sospeso tra sole e luna e tra le nebbie del sogno che ci mantengono svegli nel richiamo alle origini che ritroviamo splendere vive in Gesù che nasce per noi. Il Bambinello, creatura fresca ma che affonda le sue radici nel regno del Padre oltre il tempo, ridimensiona la visione del mondo solitamente in ordine decrescente, da chi sta in alto a ciò che è piccolo. Il presepe sull'esempio del suo inventore San Francesco d'Assisi ribalta il concetto di grandezza e mantiene in vita ogni singolo tassello della ramificata costruzione del tutto e del Cosmo, richiamandoci al senso dell'umiltà e del servizio. L'esempio di rete che tiene in vita tutto il sistema ordinato dell'Universo è rappresentato dall'Albero Cosmico presente in ogni cultura cacciatoriale e di tradizione sciamanica ma che confluisce con la verticistica immagine dell'abete nel Medioevo cristiano. L'albero della vita è la conversione cristiana dell'albero cosmico reso ancora più toccante dalla costruzione a mosaico. L'albero con gli uccellini che compare nell'iconografia di San Francesco d'Assisi, oltre che a richiamare l'episodio del Vangelo in cui Gesù invita a considerare lo stile di vita semplice dei passeri di campagna, ci riporta all'immagine dell'albero della vita in cui ogni creatura gracile trova il suo ruolo e la propria collocazione nel mondo. 

Sulla base di quanto ora detto va considerato il ruolo della casa nel Medioevo quale rifugio e grotta e nido in rapporto alla Cristianità, ma anche laboratorio delle piccole arti domestiche. Non esisteva nelle dimore semplici la suddivisione tra area giorno e area notte. Il letto era il comodo giaciglio riscaldato nelle case dei contadini dal fiato degli animali, altrimenti era sistemato nell'unica stanza a disposizione dove nell'angolo c'era il camino o a seconda il bracere. Ciò predispone a una visione che considera la dimensione della notte e del sogno parte integrante della quotidianità attiva. Tutto questo respira e ritorna a noi attraverso il presepe che illustra un viaggio nella semplicità in cui il ruolo delle mani è quello capitale. Le mani creano e riflettono la creazione di Dio partendo dalla precisione di chi, la sarta come il mastro vasaio, lavora in piccolo invitandoci a prendere in considerazione quanto appare impercettibile. Ciò a iniziare dal presepe che si sviluppa irradiato dalla luce del Bambinello e in cui ogni cosa di conseguenza splende dall'interno delle cose e case piccole costruite con minuziosa attenzione dalle mani. Guardare il mondo dal basso verso l'alto, quindi dal dentro verso il fuori è un insegnamento che ci deriva dalle fiabe in stretta connessione con la dimensione di intimità suggerita dal presepe. Nelle fiabe o favole ritroviamo un mondo creato nei suoi spazi dalle mani e sempre dalle mani costruito da dentro. Esso ricalca il principio secondo cui un dio avrebbe creato ogni cosa con le proprie mani imprimendo nella bellezza esterna dei personaggi, la dolcezza e la sua saggezza. Queste comparirebbero ricalcando in ogni creatura sentimenti profondi ed esaltando contro il male le attitudini al bene.

Il mondo lillipuziano è quello dei presepi. Un mondo piccolo e raccolto che nella mitologia popolare è rappresentato dai nani oltreché dagli esserini di luce come Elfi, folletti e fate. I nani svolgono a differenza degli altri i lavori manuali e sono in contrapposizione agli orchi nel regno dei giganti. L'orco divoratore insaziabile si contrappone al nano lavoratore infaticabile. "Nano" e "mano" si appartengono, e mentre la Bella Addormentata dorme con i suoi simili, il nano sbriga ogni faccenda, come un grappolo di uva o ancor più come l'intera conformazione della mano che ci permette dito per dito di svolgere mansioni.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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