La preghiera, il tempo dell'uomo e la compiutezza del Cristo
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La preghiera, il tempo dell'uomo e la compiutezza del Cristo

Amore e Psiche
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La preghiera, il tempo dell'uomo e la compiutezza del Cristo
La preghiera, il tempo dell'uomo e la compiutezza del Cristo

 

Pregare più che chiedere è una forma di esaudimento. Diciamo "Prego" di risposta al grazie, a conclusione di una richiesta indiretta o velata, comunque raggiunta.

Tradizionalmente si usa dire grazie congiungendo le mani, a voler rappresentare la risposta felice di cui si è già in possesso. Questo c'immette sul valore vero della preghiera che non è un chiedere ma un confermare a sé stessi quanto Dio già ci sta accordando perché nell'ordine delle cose.

"Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto." Perché dunque chiedere se Dio sa ciò di cui abbiamo bisogno? Nella risposta è la differenza tra l'avere fede e non averla. Avere fede non significa credere nei dogmi. Credere nei dogmi è aver accettato la religione e uniformarsi ad essa. Avere fede è qualcosa di molto più profondo che cambia il senso stesso della preghiera. Chi crede chiede nella speranza e allora si trova nella condizione della precarietà, sostantivo che ha la stessa origine del verbo "pregare", di chi spera nel venire ascoltato come succede a un bambino che insiste per ricevere il giocattolo dal suo genitore. Pregare è una forma di regalità riacquista da parte di chi prega. È un ponte che ci riconduce alla centralità perduta nel momento in cui si è verificato il peccato originale. Le mani giunte sono i due gusci chiusi che contengono l'essere, il frutto della conchiglia. Solo tramite il sentimento d'amore ci riportiamo alla verità. La compiutezza dell'amore non si ottiene altrimenti se non tramite il rapporto sessuale con cui il due ritorna all'Uno. Ecco pertanto la ragione per cui Venere Afrodite, dea dell'amore sessuale nasce dalla conchiglia che ritroviamo presente come simbolo della Chiesa nell'alto Medioevo, considerata la sposa di Cristo.

L'amore porta a compimento se stessi e qui ritroviamo l'espressione finale di Gesù in croce che prima di spirare dice "Ora tutto è compiuto." Siamo mossi dall'amore. Ogni cosa nel Creato obbedisce ad esso e la preghiera non fa altro che elevarci a un livello di perfezione che coincide con la compiutezza.

Il credente prega per chiedere e il credente si muove nel solco della tradizione abbracciata. Il fedele invece va ben oltre. È colui che prega perché sa già di essere esaudito, ma ha bisogno pregando di recuperare la centralità perduta. Ciò è possibile rivolgendosi all'interno, ossia facendo luce nella propria interiorità. Da questo distinguo viene fuori nella sua cristallina limpidezza il significato di imprecare. Chi impreca è il credente, non il fedele, ossia colui che ha fede. S'impreca contro chi non ha esaudito il nostro desiderio. È questo il comportamento dell'uomo che non sa ciò di cui lui ha veramente bisogno ed è fondamentalmente ignorante. È importante questo concetto perché ci porta a comprendere meglio quanto accade negli esorcismi. Il diavolo che entra nel posseduto spesso offende Dio bestemmiando per bocca del corpo occupato. Il diavolo e su questo occorre riflettere adeguatamente , non è colui che mette in dubbio l'esistenza di Dio o colui che non crede in Dio, bensì colui che gli si oppone e per opporsi sa che Lui esiste. Il diavolo è un essere disarmonico e scomposto perché all'opposto dell'amore che ci compie e compiersi significa ritrovare l'integrità perduta. In questo, compiersi equivale a completarsi.

Gesù pronunciando quella frase sul punto di trapassare non fa altro che spalancare il presente al mistero della Trinità, proiettandosi nel futuro, nel tempo dello Spirito Santo. Egli è l'Unto, il Cristo ma perché lo dimostri, ossia trasferisca questo fatto nel presente dell'uomo, deve portare a compimento la sua esperienza sulla terra come Gesù. Allora il prodigio vero può compiersi ed Egli può risalire al Padre con la Resurrezione dalla morte in croce. Gesù si compie nell'amore e così facendo spalanca le braccia degli uomini al Cristo, la sua vera identità. Ecco perché durante il forte temporale che si abbatté sulla terra dopo che Egli fu spirato, uno dei centurioni disse "Ma è vero che Egli era il Figlio di Dio.", entrando nel tempo del Cristo che si compie alla luce del mondo con l'alba della Pasqua.

Sulla base di quanto detto, la Pasqua cristiana non rappresenta soltanto il passaggio dalla morte alla vita, ma la certezza che Gesù risorgendo ha dimostrato di essere il Cristo, proiettando l'umanità verso l'altra età governata dalla terza figura della Trinità che è quella dello Spirito Santo. Alla luce di questo capiamo il valore dei profeti del Vecchio Testamento che annunciarono l'Emmanuele. Proferire non significa altro che essere in avanti e su due tempi. Il primo è quello della visione seguito dal tempo della parola che funge da annunciatrice di quanto si verificherà. Il profeta sintetizza i due tempi che vengono ben espressi dal temporale in cui il lampo è la visione e il tuono che segue ne è la voce che porta a compimento quanto contenuto dalla visione. La testimonianza del profeta che enuncia quanto visto porta a compimento la visione in sé che è un abbozzo di verità. La verità si completa nel momento in cui egli trasferendo agli altri quanto visto o ricevuto, si riporta al suo centro che gli consente di comprendere a fondo la sua esperienza privata che tramite l'amore viene offerta agli altri. Anche qui il compimento si attua per amore e tramite la proprietà transitiva che lo porta a raggiungere e ad abbracciare chi è in ascolto.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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