Le ''mani'' nel Feudalesimo
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Le ''mani'' nel Feudalesimo

Amore e Psiche
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Skoll e Hati inseguono i carri di Sól e Máni - Disegno di John Charles Dollman (1909)
Skoll e Hati inseguono i carri di Sól e Máni - Disegno di John Charles Dollman (1909)

 

Pregare e Ora si appartengono, perché con la preghiera siamo nel Presente, ossia in noi stessi. L'ora è il momento che tutto raccoglie, l'eredità e chi siamo, ponendo le basi del nostro futuro.

Il borgo è il raccoglimento del cuore. Composto di cinque lettere, è la stella a cinque punte o pentagono che rappresenta l'uomo e proprio dal borgo come esperienza umana di raccoglimento e convivenza all'interno di una comunità, l'Alto Medioevo imposterà l'esperienza dei Comuni che evolveranno in città rinascimentali che manterranno nel pentagono la loro definizione, inteso come centralità dell'uomo in tutte le cose.

Il mantello ci catapulta nel significato più sacro e profondo del Medioevo. Se da un lato il periodo in questione respinge il Manicheismo in quanto darebbe adito di credere in due principi primi contrapposti, mettendo in discussione l'autorità di Dio, dall'altro i misteri divini portano a vedere ovunque il Diavolo, finanche in ciò che di puro esiste. La purezza ha il suo fascino e tenta l'uomo. È il Medioevo l'epoca degli adescamenti di bambini e di stupri a danno di povere fanciulle innocenti, capri espiatori con cui soddisfare la fame del male e lasciarlo al di fuori e lontano dai borghi.

È con tale scusa che la Chiesa darà vita a una serie di violenze perpetrate a danno dei più deboli e del noviziato in cui troveranno casa giovani e belle donne di buona famiglia o le cosiddette trovatelle destinate ai gradi monastico conventuali inferiori.

Il problema dell'infanzia sussiste e pare non interessare a nessuno. Le mani sulla culla viste o intuite da balie o mamme alla penombra del focolare diventano un motivo ricorrente sostenuto dai tristi fatti sopra raccontati con in più la suggestione stessa delle mani.

"Non sappia la tua mano destra quello che fa la tua mano sinistra", dice il Vangelo e la Chiesa trae da ciò la giustificazione alle sue malefatte. Questa espressione riporta anche al dio Mani e al suo sdoppiamento. Se per il mondo latino i Manes erano le benevoli anime dei morti, per i Germani il dio Mani è colui che guida il carro della luna, a differenza della sorella Sol che conduce il carro del sole.

C'è in entrambi i casi l'idea di sdoppiamento della vita che ha il suo lato oscuro nella morte, e del giorno e della notte come spartizione della quotidianità. Due forme di dualismo che non a caso ritroviamo in quanto predicava il profeta iraniano Mani da cui il Manicheismo.

Le mani sono due e sulle mani gli antichi fondavano il senso della misura da cui anche Menes, l'antico nome della Luna. Il Medioevo come qualsiasi epoca oscurantista e dalle inesistenti politiche sociali che definiscono l'idea di progresso, non possedeva un concetto di equilibrio su cui impostare un discorso sociale. Opulenza e miseria scandivano le classi sociali tra possidenti e nullatenenti. Sul Simbolismo delle mani si costruisce il Medioevo, dividendosi tra chi è costretto a dare e chi è tenuto a ricevere sempre. E proprio su questo meccanismo sorge il Feudalesimo con la sua trama di omaggi e servigi al signore feudatario che offrirebbe in cambio protezione.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.