Il Medioevo e il fuoco
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Il Medioevo e il fuoco

Amore e Psiche
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Pedro Berruguete - San Domenico e gli Albigesi
Pedro Berruguete - San Domenico e gli Albigesi

 

Ogni epoca s'impone puntando sulla propaganda che a sua volta si basa su un doppio registro: ufficiale e ufficioso. Il Medioevo non fa eccezione e l'apparato iconografico tende a rimandarci il suo aspetto ufficiale. Come già detto, l'azione mantiene l'uomo nella dimensione di purezza, come l'etimologia suggerisce ("purezza" dal greco "pur-puros=fuoco).

Il rito di accensione del fuoco se da un lato accusa Prometeo di aver rubato il più pericoloso tra gli elementi agli dei, dall'altro lo riscatta dal reato commesso perché col fuoco l'uomo ha potuto rendere grazie agli dei. Per quanto le civiltà a proposito del fuoco si siano pronunciate in modo diverso l'una dall'altra, resta in piedi la rappresentazione archetipica trasmessa dal mondo greco a proposito del mito di Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo all'uomo. Marchiato d'ingegno come ci suggerisce l'etimologia del nome dal significato "colui che riflette prima", Prometeo è colui che associa il fuoco alla luce e quest'associazione attraverso l'attività riflettente la trasmette all'uomo avvicinandolo all'Olimpo. È da notare che Prometeo è un Titano, un gigante molto antico anche rispetto agli dei stessi. È più in alto sulla scala etica rispetto agli dei che per vizi e virtù riflettono gli uomini. Se gli dei del mondo antico hanno bisogno dell'uomo per affermare se stessi, gli dei ancestrali sono loro a guidare e illuminare i passi dell'uomo dando luogo all'ingresso di costui nella civiltà. Gli archetipi sono idee o angeli, a seconda del pensiero filosofico preso in esame.

Il fuoco allora non è solo fuoco ma anche luce, nonostante i due elementi siano spesso separati. Il nostro etimo "fuoco" deriva dal greco "fos-fotos: luce" legando l'elemento fuoco al bagliore. Quindi associa Prometeo alla figura di Lucifero precipitato negli Inferi prima dei tempi. La luce è ricchezza ma l'uomo deve sempre ricordarsi di essere un passo dietro gli dei, altrimenti scatta la punizione divina.

Lucifero, l'angelo più bello, colui che portava la luce, viene precipitato dall'alto del trono di Dio nella luce degli Inferi che sarebbe il fuoco. Da qui il fuoco come punizione impartita dai tempi antichi e nel Medioevo quando attraverso i roghi si purificava la società. In una società impostata come abbiamo visto su trame di rapporti elaborate quanto segrete, il rogo serviva e a purificare l'anima del condannato e a dare un segno forte alla comunità. Il male è epidemico, si diffonde e pertanto i roghi sono necessari per mantenere sano il mondo.

Il fuoco che brucia è un'immagine ereditata dai Vangeli a proposito della Geenna, il quartiere di Gerusalemme dove si bruciava l'immondizia. È qui il riferimento di Gesù all'Inferno, che trasmette al Medioevo l'immagine del fuoco come distruzione, a cui va accostata l'immagine degli incensi che bruciano consacrando i luoghi di culto. Il fiato di Dio sancisce un rapporto di appartenenza con i luoghi di culto predestinati dall'uomo e sempre tramite l'uomo Dio riscatta l'umanità dal male. Chiaramente non sono uomini qualunque coloro che vengono chiamati al ruolo di redenzione, bensì ministri di Dio scelti tra gli alti ranghi della Chiesa.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.