Da ''castra'' a ''castello''. La realtà fluttuante del Medioevo
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Da ''castra'' a ''castello''. La realtà fluttuante del Medioevo

Amore e Psiche
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Banchetto alla corte di Dieu dAmour dopo la seconda battaglia
Banchetto alla corte di Dieu d'Amour dopo la seconda battaglia

 

Testo significa "vaso" perché raccoglie e conserva contenuti. Anche la parola "testicolo" ha la stessa origine. I testicoli erano considerati vasi piccoli che contengono semi. La desinenza latina "culum" ha il suo valore relativo non tanto al diminutivo che rappresenta ma alla provenienza.

Deriva infatti dal verbo "colere" che significa "coltivare". Ciò che è piccolo è destinato a crescere se curato, o comunque, in rapporto al testicolo, a dar luogo a nuove vite.

Il toro diventa bove se castrato. La parola "castrato" è interessante in quanto la sua radice di provenienza ci fornisce la chiara definizione dell'animale privato dei genitali. "Castra-orum" significa "accampamento", quindi luogo destinato alla raccolta e al riposo delle milizie. L'aggettivo incastrato significa "bloccato" e rimanda all'effettiva condizione del bue di indotta mansuetudine di contro alla sua natura originaria di irrequietezza e indocilità che è presente nel toro. Abbiamo già visto come le parole "toro" e "terra" ma anche "verità" e "virtù" abbiano la stessa origine riservata alla primitività vergine e non contaminata, così come ai doni innati, ossia le virtù.

La parola latina "accampamento" ha poi subito variazioni nel tempo, diventando nel Medioevo "castello". Tale termine col significato di "luogo difensivo" presenta nella desinenza l'accorpamento a un altro etimo che è "ostello". L'ostello nel Medioevo ma già prima, era un luogo atto al ritempramento fisico e al riposo dei viaggiatori e dei soldati. Da ostello deriva la parola odierna "hotel" contrazione di "ospitare" e questa funzione la svolgeva il castello in cui trovavano ospitalità condottieri e messi dei signori imparentati o alleati del feudatario proprietario.

Nel castello le regole dell'accoglienza erano severe e ben rispettate. Si pensava non solo all'ospite ma anche al suo seguito, nonché ai cavalli. Quella fornita dal castello era una condizione di sosta e di riparo sicura in un lungo viaggio. L'ospite veniva introdotto negli appartamenti del signore e trattato col massimo riguardo. L'accoglienza prima del rifocillamento prevedeva un bel bagno caldo per far ritemprare l'ospite. Seguivano l'abbondante pranzo o cena e infine il riposo in un bel letto pulito e profumato. A chi lo richiedeva veniva messa a disposizione una cortegiana.

La sosta nel castello poteva durare anche più giorni o mesi addirittura, se l'ospite aveva necessità di protezione e riparo particolari. Il rispetto dei propri alleati era considerato fondamentale nel complesso di regole nell'ambito civile e militare, ma non mancavano casi di vendita di informazioni riservate o addirittura di alto tradimento perpetrato dal castellano o da qualche dignitario di corte o persino dalla servitù. Era in fondo anche il castello una palafitta erta sul mare, in cui ogni cosa inserita in un ingranaggio perfetto, poteva preservare sorprese e sgradevoli imprevisti.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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