Riflessioni sulla Genesi
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Riflessioni sulla Genesi

Riflessioni sulla Genesi

Amore e Psiche
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Ciò che abbaglia è tenebra.

Questo è uno dei concetti portanti della tradizione ebraica di derivazione mediorientale, in particolare mazdeico-persiana. Il volto inconoscibile di Dio, reso dal fulgore del fuoco e della luce, si traduce nel Mistero inaccessibile che è all'origine del Tutto.

Tree of Jesse: Adam & Eve in paradise
Tree of Jesse: Adam & Eve in paradise

 

Ciò che è luce raggiante riconduce al buio che ingloba i sensi e fagocita la mente. La luce è vincolata al buio che la precede e la contiene, il grande uovo primordiale. Il Verbo di Dio si enuclea dal suo silenzio, rompe il guscio della sua esistenza latente e si afferma in luce. Ma perché ciò avvenga, è necessaria la presenza del vuoto, un vuoto inconcepibile dall'Io guidato dal Pensiero e dalle espressioni fenomeniche e quindi riconducibile al nulla che alberga nel grande utero ancestrale o uovo primordiale che, con la fuoriuscita del Verbo, amplifica la sua potenza e diviene lo spazio muto e cieco del Cosmo, sul quale il Verbo andrà ad agire portando luce e vita. Nel racconto della Genesi troviamo quindi il più alto esempio di rapporto sessuale da cui è scaturita la vita.

La Ruah, lo Spirito di natura femminile, sostanza dell'uovo primordiale, viene penetrato dal Verbo che esce dalla sua condizione fetale, e da figlio si ritrova amante. È una caratteristica ricorrente nelle antiche teogonie e mitologie il rapporto ancestrale madre-figlio che viene cavalcato nell'Età della Tragedia nella polis ateniese con l'intento di recuperare la Sapienza offuscata dal sopravanzo della speculazione filosofica.

Dalla Ruah ebraica (con la lettera h che sbarra il processo di dispersione vocale scaturito dalla pronuncia e riporta indietro il suono, ricollegandolo alla radice) è scaturita la parola oro a porre in relazione la luce esplosa alla sua condizione fetale, implosa. Nella Ruah respira il volto oscuro di Lilith, (da notare la stessa radice etimologica della parola inglese light, luce) la prima donna non citata nella nostra Bibbia, che è mistero notturno, buio ancestrale ma anche bellezza. L'ultimo respiro del sottostrato matriarcale soggiacente alla tradizione patriarcale sopraggiunta che non ha mai offuscato del tutto l'importanza del ruolo femminile nella cultura del popolo d'Israele.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001