La nazione e la Patria. Sradicamento e identita'
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La nazione e la Patria. Sradicamento e identita'

La nazione e la Patria. Sradicamento e identita'

Amore e Psiche
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La Patria e' un valore. Nasce con te con lo stesso seme che ti ha messo al mondo. Si chiama Patria perche' ti da' l'identita'.

La nazione e la Patria. Sradicamento e identita'
La nazione e la Patria. Sradicamento e identita'

In un mondo che passeggia e fa dello sradicamento non uno stile di vita, bensi' un principio, il termine Patria e' stato sostituito dall'abusato quanto geografico Nazione, cosi' come dal piu' pittoresco Paese. Una Nazione ha contorni che contengono chiunque vi stazioni o vi abbia radici anagrafiche. Il Paese contiene all'interno il principio di un disimpegno. Nel Paese ci sguazzi, il Paese lo gusti, lo vivacchi e poi se e' il caso lo abbandoni.

Nella societa' in cui il senso di appartenenza matura come disvalore, il termine Patria e' scomodo perche' implica delle responsabilita' innanzitutto etiche. Si e' figli con principi, diritti, ma anche doveri, accomunati tutti da quel senso, il rispetto, che dovrebbe esistere imprescindibilmente e sussistere alla base della vita. Nella civilta' del tutto possibile e della trasgressione al nulla, il termine Patria suona scomodo, perche' implica un adoperarsi insieme ad altri individui che hanno le nostre medesime proprieta' piu' che caratteristiche culturali. La Patria innanzitutto, dicevano i Romantici che coltivavano un sogno, quello di abbracciarsi in un principio di fratellanza.

Nella Nazione o nel Paese cio' non e' possibile e tutto fluttua. All'interno di un territorio dai confini imposti e quindi probabili, ognuno semina a proprio piacimento e il coltivare e' un optional. Il territorio e' di tutti e di nessuno, e' un giacimento vasto da sfruttare e non da far fruttare, perche' governato dalla logica del profitto che per natura e' libertina e non libera (democratica) e schiaccia i piu'deboli. Territori vittime delle strumentalizzazioni del politichese di turno che pontifica dal pulpito della disinformazione, cosi' come esposti al vilipendio del qualunquista incapace di aizzarsi contro chi di dovere e usa espressioni sprezzanti contro i luoghi, comprovando distacco e sradicamento. Il territorio siamo noi e la violenza perpetrata anche solo verbalmente e' un'accusa indiretta rivolta a noi stessi, in un'immagine riflessa da uno specchio che distorce la visione nella sua totalita'.

Nella Patria tutto ha un senso e i figli di nessuno non esistono. Anche l'albero e' un figlio ed e' pertanto sacro. Lo accogli come un fratello e se lo distruggi, la macchia te la porti a vita. La Patria punisce i figli che sbagliano e questo e' un dato scomodo per tutti. Nella Nazione si e' di passaggio...La patria ti genera e li' resti per sempre.















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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.