Il pianto e le piante. Atmosfere d'autunno
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Il pianto e le piante. Atmosfere d'autunno

Il pianto e le piante. Atmosfere d'autunno

Amore e Psiche
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Crescere corrisponde a scendere. La scala che si percorre vivendo e' sempre doppia perche' doppio e' il nostro essere.

Carlo Cordua, olio su tela. Estasi
Carlo Cordua, olio su tela. Estasi

 

Non siamo che finestre proiettate sul dentro e il fuori e forse e' proprio in questa bivalenza il senso della nostra vita.

Le lacrime ci aiutano ad essere noi stessi. Le lacrime lavano l'anima delle sue brutture e ci permettono di proseguire il cammino accendendo una luce in piu' nella nostra interiorita' che mano a mano scopriamo. Le lacrime scendono ma non si disperdono, ci nutrono. Non a caso il verbo piangere proviene dalla stessa radice della parola pianta. La pianta cresce perche' riceve la spinta dalla radice e dall'organismo interno che funziona correttamente e necessita dell'acqua per svilupparsi bene. Le gocce di pioggia sono le lacrime che libera il cielo per nutrire la terra in un ciclo continuo che sale dal basso e qui muore per poi riprendere vita.

La vita biologica, come anche le stagioni, e' descritta in cicli, si svolge in cicli che orientano le festivita' , perorrendo dopo il solstizio di giugno l'arco dell'anno dal basso verso l'alto, focalizzando l'attenzione sul cielo. Anche le lacrime piangono stille di resina, di linfa. Trsudano umori ed emozioni che ricolmano il loro habitat e rinvigoriscono in noi la percezione di entrare in contatto con un mondo a parte. La pianta e' un microcosmo, un laboratorio chimico che produce da se' cio' che le serve, non rinnegando scambi con la realta' che la circonda. L'albero cosmico nelle civilta' primitive era il pilastro fondante la primordiale concezione di universo.

L'autunno e' la stagione delle foglie cadenti e sul piano inconscio emozionale stimola la percezione che il vecchio finisca per dare seguito a un nuovo ciclo. Cio' che cade porta l'uomo a levare lo sguardo al cielo. Il filosofo Kierkegaard evidenziava che in autunno si e' portati a guardare il cielo, mentre in primavera lo sguardo si sofferma su quanto avviene in terra. Il vento, la pioggia accrescono il bisogno di legarsi alla Natura, di percepirne il senso e cogliere il nesso tra tutti gli elementi nella fugacita' del tempo. Il cielo piange e lava l'aria delle scorie estive. Cio' che va via produce il rientro in se stessi.

L'autunno e la primavera sono stagioni intermedie che preparano alla rottura degli equilibri, e quindi alla vita nelle sue evoluzioni. L'autunno prepara all'implosione invernale, al rientro in se stessi, al sonno della vita esteriore e al viaggio nell'anima. E' la resa del percorso della luce, ragion per cui i Celti festeggiavano il loro capodanno a fine ottobre. Per i Cristiani settembre corrisponde al mese del ritiro spirituale successivo alla frenesia estiva ed e' consacrato alla Madonna. Il vestito piu' bello che si possa indossare e' l'umilta' che spoglia degli eccessi e del superfluo. Gli alberi in autunno depongono i loro ornamenti, li rilasciano alla terra che li accglie. Dalla loro nudita' traggono il senso della loro bellezza e della loro sostanza che li fa essere oltre il tempo.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.