Il tempo dell'attesa e il culto dell'Addolorata
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Il tempo dell'attesa e il culto dell'Addolorata

Il tempo dell'attesa e il culto dell'Addolorata

Amore e Psiche
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Maggio, dal latino Maius, è il mese del riposo dei campi in attesa della raccolta e della mietitura che avviene a giugno.

Madonna Addolorata, Serra d'Aiello
Madonna Addolorata, Serra d'Aiello

 

Non a caso la parola maggese ha la stessa derivazione etimologica di maggio. Anticamente la semina e la raccolta del grano erano alla base del sistema alimentare di una comunità della quale scandivano la ciclicità temporale, nonché la convivialità impostata sui valori della condivisione, e infine il calendario dei riti.

I culti matriarcali traggono fondamento dalla compartecipazione unitaria di tutti al lavoro quotidiano che un'economia agricola di sussistenza richiede. Lo spirito di uguaglianza e di condivisione conduce a potenziare e quindi a disvelare i sentimenti più profondi ai quali si accede attraverso le espressioni dello spirito. Patimento e gioia riflettono i periodi intervallati dai tempi dell'attesa, nella ciclicità ordinata dell'anno.

Il culto della Madonna Addolorata, pur avendo quindi radici lontane, acquisisce la sua identità nel Medioevo in relazione alla Passione di Cristo. La disperazione di una madre dinanzi al figlio morente offre l'occasione alla spiritualità femminile più autentica di dispegarsi attraverso il dolore materno che va a riconoscersi nell'immagine alta della Santa Madre. Ogni donna nasce madre e in sé conserva questo seme universale, a prescindere dalle condizioni esistenziali individuali, a prescindere che la maternità si realizzi o meno.

Dal dolore spunta la vita e lo Spirito Santo è l'impronta che resta nel Mondo dell'inviolabile presenza di Dio che si è fatto uomo cavalcando e sconfiggendo la Storia. Così si spiega l'identificazione con l'immaginario femminile dell'originaria definizione di Spirito che gli Ebrei individuavano nella Ruah.

Lo Spirito Santo avvolge e permea ogni cosa anzitempo e al di fuori del tempo, come garanzia di vita ed energia di rinnovamento. La Madonna in questo è la grande testimonianza del fondamentale passaggio dal dolore transitorio all'eterna rinascita. In lei coesistono le grandi dee del passato arcaico mai estintesi totalmente come dimostrano le feste espressione di quella atavica religiosità che ancora persiste in alcune aree d'Italia, nel Mezzogiorno in particolare.

Maggio, in quanto mese del riposo, esprime simbolicamente i tempi dell'attesa della donna gravida e anche per questo è dedicato alla Madonna. Nel Medioevo si diffuse presso le partorienti la tradizione di chiedere protezione alla Madonna durante il periodo di gestazione e durante il parto. Nacque così il culto legato alla Madonna delle Partorienti perpetratosi fino alla fine dell'Ottocento insieme alle altre rappresentazioni della Madonna, quali l'Ausiliatrice e del Soccorso esternazioni di un rapporto di Fede incentrato sulla sofferenza e sulla morte, che trascura e fa dimenticare l'altro aspetto sicuramente più importante della Fede, rappresentato dalla Resurrezione del Cristo che apre la via della salvezza e della vita eterna.

La Grande Madre è icona di energia, gioia e fertilità e nel suo sacro ventre assembla ogni condizione che la vita ci riserva. L'autorità della Chiesa nel Medioevo e la dominazione spagnola dopo, con l'intenzione di mantenere il controllo sulla popolazione hanno contribuito a dare man forte alla concezione di una Fede impostata sul dolore e farcita di lugubri superstizioni. Questi ultimi aspetti si sono consolidati nel patrimonio tradizionale a tal punto, da essere tuttora riscontrabii nei riti dell'Addolorata che sopravvivono in determinate aree del Sud Italia, nella stessa Spagna e oltre Oceano, nell'America Latina. In Calabria la festa dell'Addolorata di Serra d'Aiello a maggio e di Pedace a settembre riportano il culto mariano alle sue origini matriarcali, al calendario ritualistico impostato sulla ciclicità della coultura agricola in cui grande rilevanza hanno nei periodi di transizione i tempi dell'attesa.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.