L'INTERVISTA. Energia primordiale e funzione catartica nelle opere di Vito Bongiorno
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L'INTERVISTA. Energia primordiale e funzione catartica nelle opere di Vito Bongiorno

L'Arte si misura nel tempo e prescinde dal Tempo. L'Arte è  concentrazione di idee e di contenuti che si dipartono dal Presente per eternarsi sottoforma di emozioni nel fruitore.

Oggi l'Arte ha perso la sua visione del Tutto e manca di prospettiva, risultando impantanata nel nulla. Manca La visione di ampi orizzonti verso cui guardare perché  minimo è  lo stimolo che si riceve dal mondo. Pertanto, spesso ci troviamo a confrontarci con espressioni artistiche ripropositive e accademiche, frutto di esercizio costante che non permette all'artista di spiccare il volo oltre i confini del gia’ detto. Oggi, nell'epoca della pittura descrittiva, o dell’arte minimale e labirintica, fortemente  concettuale, è difficile confrontarsi con la semplicità mirata che scalzi il linguaggio obsoleto o altrimenti volgare che purtroppo  inquina tutti i campi dell'Estetica. Saper comunicare attraverso l'espressività  pittorica e visiva oggi è un dono di pochi ed è di veramente pochi riuscire a fornire un messaggio edificante e vero ricorrendo alla semplicità di mezzi e materiali. La grandezza è nelle piccole cose, e tra coloro che percorrono questa strada troviamo il maestro Vito Bongiorno.

Maestro Bongiorno, nelle sue opere lei adopera il carbone. Quale significato  ha per lei questo materiale?

"Uso il carbone in quanto per me rappresenta  l'energia distruttiva e, allo stesso tempo, la forza rigeneratrice, entrambe utili per denunciare le afflizioni della nostra epoca e trtasmettere fugaci bagliori di speranza."

Le sue opere sono una vera e propria denuncia. Quale risposta si aspetta dal pubblico?

"Quello che mi aspetto dal pubblico è una riflessione, ma soprattutto una crescita di consapevolezza a proposito di quello che sta accadendo attualmente nel nostro Paese. Mi riferisco all’inquinamento non solo ambientale ma soprattutto politico – culturale."

Spesso lei adopera insieme al carbone un effetto dorato. Quale valore attribuisce a quest’altro materiale in rapporto alla sua espressività artistica?

"L’oro nelle mie opera invia un messaggio di speranza, una sorta di nuovo bagliore capace di rigenerare l'osservatore e spazzare via il buio."

Alcune sue opere stimolano una sensazione di benessere nel fruitore. Ne è  consapevole?

"Non saprei se la mia arte da’ benessere o il contrario, e la magia che deriva da essa è che ognuno può trarre interpretazioni personali ed essere colpito ed emozionato in maniera differente. La “ricchezza” e il senso di un’opera crescono in relazione a quante sono le diverse sfaccettature emozionali e interpretative dei fruitori. È indubbio, però, che mi piacerebbe che l’osservatore si soffermasse a riflettere sul destino del nostro pianeta e si rendesse protagonista di una necessaria rinascita."

Alla base della sua arte si coglie una spinta verso la ricerca costruttiva e motivata anche sotto gli aspetti chimico e alchemico, è  così?

"Si, il carbone per me è un elemento fondamentale. All’interno di esso si produce un’energia incredibile. Studio il carbone, le sue particelle attraverso il microscopio. Il carbone a sua volta nel tempo subisce una trasformazione naturale nel suo elemento opposto, il diamante. Questa passaggio mi affascina e tramite esso l’arte diventa anche alchimia."

Per lei è  anacronistico oggi parlare di Simbolo?

"I temi proposti nelle mie opere appaiono nella forma di una potente sintesi simbolica, dove la materia nera sembra quasi rappresentare l’inversione di un processo alchemico di elevazione, evidenziata come una regressione in cui dalla solarità dell’oro si torna indietro verso le tenebre. Queste si colgono attraverso la presentazione della materia consumata dal fuoco ma non redenta dalla possibilità di una sublimazione del suo stato mortale."

Dalle le sue  opere traspare la volonta’ di richiamare nel fruitore il Sacro attraverso la semplicità. C'è questa intenzione in lei?

"La  mia ricerca  è mirata costantemente  all’espansione nello spazio. C'è in essa la volontà di fare uscire l’opera dai suoi confini tradizionali e di allargarne la portata orientandola verso la vita, attraverso il punto di intersezione dove il pensiero si fa corpo fisico e dove la materia delle cose viene trasformata, tramite il fuoco ricomposta in nuovi codici iconici."

Lei con le sue opere si considera arrivato alla meta?

"Quale meta? Cosa devo raggiungere? Ogni giorno scopro di essere alla “Metà” della meta. Qui  vorrei rimanere per poter continuamente ricercare un qualcosa che ancora non conosco."

Si coglie nel suo linguaggio artistico l’Intenzione di richiamarsi ai graffiti dell'uomo preistorico. È  cosi'?

"Certamente! Il segno inciso da ogni essere umano dev'essere sincero… istantaneo…fulmineo per far sì che emerga la vera espressione dell’essere umano che è concepita dal cuore."

La sua ricerca si esprime nell'incontro tra il messaggio che è riflessione ed  elaborazione del pensiero, e la semplicità. Trova che sia in questo connubio il punto di forza delle sue opere?

"Attualmente la mia ricerca artistica è espressa attraverso il carbone, elemento fondante di ogni mia riflessione. Che si tratti di sculture, di installazioni, di performance o di bassorilievi. Questa materia conferisce ai miei lavori un aspetto tautologico, laddove il soggetto (inteso come forma) corrisponde al predicato (inteso come metafora). Per questo affermo che “l’arte è tutto ciò che ci circonda dalla prima luce fino all’inizio dell’intenso buio”. E’ quindi il carbone, sotto forma di un globo terrestre, di un’Italia, di un’Africa, di antiche statue, ecc., che porta con sé la propria storia tangibile e quella di una materia (il legno) passata dallo stato vegetale a quello fossile. Ma se l’impiego del carbone come combustibile rappresenta la causa principale dell’effetto serra e del surriscaldamento globale, è anche vero che il carbone come materia, emana un fascino speciale, differente ma complementare a quello della pietra e dell’argilla. Il carbone fossile ha iniziato a formarsi circa 345 milioni di anni fa. Questa ambivalenza di senso è ciò che mi affascina e mi porta a concepire le mie opere come prova del degrado ecologico e umano del nostro pianeta, ma anche come permanenza di quel principio primordiale capace di contenere ancora bagliori di luce e di rinascita."

Lei, nonostante abbia frequentato l'Accademia, ha sviluppato un proprio e originale codice espressivo. Ne è consapevole?

"L’Accademia ti forma nella tecnica, ti fornisce delle basi pratiche e teoriche, poi sarà l’individuo a  decidere dove arrivare e cosa  fare."

Lei porta avanti una rivolta attraverso il suo estro artistico. Continuerà a esprimerla tramite il carbone?

"Cerco di svelare la speranza di una rinascita attraverso un linguaggio materico in continua trasformazione. Il carbone, quindi, contiene nella propria struttura fisica, e non solo a livello di metafora, il buio e la luce, la notte e il giorno, la catastrofe e la rinascita."

Per concludere, cosa vorrebbe consigliare a un principiante?

"Un consiglio? Osare… osare… e ancora osare!"

Essere se stessi è la conquista più  dura a cui siamo chiamati nel corso della nostra vita. L'umiltà  che si ha dentro prepara a questo punto di arrivo che paradossalmente  è  anche il passo iniziale da quando siamo messi al mondo. Il maestro Vito Bongiorno compie attraverso il carbone il percorso di riacquisizione della semplicità  intesa come patrimonio primordiale a cui siamo chiamati  a ricondurci e a conservare. In questo suo lavoro l'arte diviene l'humus con cui rendere fertile questa umanità  lontana dalla sostanza e dall'essenza della vita stessa, invitandoci a riscoprire il significato della natura e il valore del nostro esserci qui, in questo viaggio, in questo mondo.

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Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli