Il seme del dolore e il varco nell'arte. INTERVISTA a Christian Vacca, scrittore e fotografo
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Il seme del dolore e il varco nell'arte. INTERVISTA a Christian Vacca, scrittore e fotografo

Non nasciamo mai per caso nei luoghi e i luoghi mai per caso nascono in noi.

Noi siamo parte dei nostri paesaggi interiori che risorgono dentro di noi richiamati dall'esterno. Si può amare o odiare il proprio luogo di nascita ma la bellezza del circondario non lascia indifferente la nostra anima, soprattutto se marchiata di grande sensibilità. Poi ci sono le esperienze che vengono fuori negli anni. Spesso confliggono con la bellezza dei luoghi che tanto amiamo, e della nostra patria. Che sia patria, terra del seme, o matria radice dei nostri istinti più veri e indomiti assetati e affamati di arte, non potrà mai spezzarsi in noi. Semmai, potrebbe capitare se ci spezzasse se la delusione fosse più forte dell'attaccamento viscerale e del linguaggio interiore che ci accomunano. Ogni luogo ha il suo idioma non sempre relazionato alle nostre pulsioni espressive che esprimono quei bisogni latenti di amore e desiderio responsabili della realizzazione del nostro sogno. I luoghi incidono e s'imprimono in chi ci legge.

L'artista che sto per introdurre non è avulso da quanto detto. Egli è il tronco eretto sulle radici che si dipartono nella sua terra. Christian Vacca, autore e fotografo, è prima di tutto poeta che si fa interprete della sua terra, Avetrana, legata a eventi tristi a proposito della morte di Sarah Scazzi, così come della sua profondità ancestrale rimasta avvolta nell'ombra.

Christian, leggerti senza tenere conto del luogo che ti appartiene porta a risultati arbitrari. Cosa ne pensi?

“Sono molto legato al mio paese che respiro in ogni sua traccia. Sono innamorato del mio paese che vivo girovagando da solitario per i campi abbandonati che scendono fino al mare. Andando è come se avanzassi alla ricerca di me stesso.”

Si procede sempre in avanti mantenendo un piede fermo all'inizio del viaggio e ad ancor prima che l'ipotesi del viaggio si spieghi in proiezione. Avetrana è una terra magica e forse anche un po' macabra, e non mi riferisco solo al caso Scazzi.

“C'è un’ampia zona di scavi che hanno portato alla ribalta un'antica necropoli e molte sono le storie fantasiose che girano a riguardo. Anche il castello ha i suoi fantasmi. Edificato nel 1500, ultimamente è stato visitato dai ghostbusters che hanno accertato la presenza degli spiriti di due donne li'uccise.”

Il Salento è disseminato di racconti che pongono la donna in relazione a una forza indomita, non soggiogabile che ricalca nel suo femminino la geografia di una terra irregolare e selvaggia e altresì crudamente vera. La poesia trova qui il suo contesto esemplare, vero Christian?

“Ad Avetrana non sono l'unico scrittore, ce ne sono altri ma forse meno romantici di me. Comunque, io sicuramente provengo dalla poesia.”

Tu hai pubblicato due libri. Il primo è appunto una raccolta di poesie. Come nasce?

“La raccolta “De persone romantiche" contiene il mio incipit poetico. È una silloge di pensieri e poesie che nasce dall'osservazione di fatti non solo personali.”

In genere la poesia sgorga dal cuore ferito. È successo anche a te?

“Ho sofferto molto nella mia adolescenza. Ero un ragazzo introverso e poco accettato dai coetanei, forse perché più maturo. A scuola andavo bene, ho frequentato il liceo scientifico, ma con i miei compagni non mi trovavo a mio agio.”

Hai sofferto per amore?

“Anche. Poi ho finalmente incontrato la persona giusta, ma le cicatrici le porto dentro e non solo legate all'amore. Ho sofferto molto anche in famiglia. Mio fratello che è più grande di me, lo sento molto distante sul piano della sensibilità e questo mi ha fatto soffrire.”

Ti sei sentito messo da parte anche dai tuoi genitori?

"Ho sempre avuto la sensazione che fosse lui il figlio preferito."

Purtroppo è diffusa tra gli ultimi figli la convinzione di essere meno amati o considerati dai propri genitori. Ciò accade soprattutto quando si è completamente diversi da chi li precede e soprattutto al Sud dove il mito del primo figlio, specie se maschio, è difficile da scalzare. Di Christian colpisce la precoce maturità che permea i suoi scritti caratterizzati da una musicalità che cerca nella vita quella rispondenza non ancora incontrata. Rime baciate e alternate, consonanze e assonanze che avvicinano le parole e poi, il carattere fotografico delle situazioni lasciano intendere il bisogno di ricreare la dimensione della propria esistenza, quasi a compensare la solitudine interiore. Le tue foto parlano non tanto dei luoghi, quanto di te.”

“Sono particolari.”

È venuta prima la passione per le foto o quella per le parole?

“Ho iniziato a scrivere poesie al liceo e dopo la maturità ho intrapreso il percorso di fotografo professionista. Ho uno studio avviato, nonostante non abbia ancora 25 anni e mi dedico a servizi fotografici di vario tipo. L'anno scorso ho frequentato un corso a Rimini per lavorare nella promozione turistica. Qui ad Avetrana purtroppo il turismo e’ indietreggiato di molto, ancor più da quando c'è stato il caso Scazzi e molti giovani sono andati via. Questo dispiace perché il paese è bellissimo.”

Tu ami tanto i tuoi luoghi, eppure il tuo romanzo lo hai ambientato a Londra.

“Londra mi affascina, nonostante non ci sia mai stato. Ho un cugino che vive lì e le foto mi hanno colpito. “Siamo distanti un filo dall'amore" è il mio primo e unico romanzo ad ora. Sto pensando a un altro lavoro ma molto erotico.”

Il romanzo pubblicato è molto dolce ma anche movimentato. È un romanzo d'amore percorso da una vena di suspence che richiama il gusto della letteratura inglese. È stato pubblicato da Schena, una grossa casa editrice di Fasano e sta avendo un grande successo, tant'è che è stato tradotto in inglese. Ti senti soddisfatto per questo risultato conseguito alla tua giovane età?

“Abbastanza. Mi incoraggia il riscontro della gente e guardo al futuro. Mi piacerebbe che da questo romanzo venisse tratto un film e a tal proposito sono in contatto col regista Roy Geraci che ha in visione anche il romanzo di Anna Giuliano, la scrittrice dei trailer ai quali ho collaborato .”

Christian, tu sei molto seguito anche sui social, vero?

“Sì. La mia pagina “L'ultimo dei sognatori" ha raggiunto gli 11000 followers ed è una grande soddisfazione.”

La giovinezza è l'età in cui si avverte il bisogno di affidarsi a tutti i linguaggi espressivi per sopperire alla propria solitudine. Tanti si arrendono e i più tenaci vanno oltre. Christian ha convertito il suo dolore in bellezza, accostando alle parole le immagini più rappresentative dei luoghi dell'anima e sta facendo di questo connubio di arti la strada per il suo futuro. Lì dove finisce il pensiero, subentra l'immediatezza delle immagini, integrandosi armoniosamente in un riuscito amplesso d'amore.

Ringrazio Christian Vacca di essere stato con noi e di averci parlato delle sue opere, nonché aperto il suo cuore. A lui e ai suoi progetti, i migliori auguri da parte mia e della Redazione. .

Christian Vacca pagina Facebook: https://www.facebook.com/christian.vacca.3

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli