La scrittura come ricerca spirituale. La memoria e i ricordi smarriti nei componimenti di Ely Rossi
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La scrittura come ricerca spirituale. La memoria e i ricordi smarriti nei componimenti di Ely Rossi

L'amore scandisce episodi e tappe della nostra esistenza. Inizia a manifestarsi nella dolcezza di una mamma per il proprio figlio. Di seguito, lo ritroviamo nel fanciullo che si svincola pian piano dalla madre per lanciarsi nelle prime esperienze, poi avventure.

L'amore dei primi anni giovanili ha il sapore di una catena che lega finché lo si vuole far durare e spesso, è dell'uomo stabilirne il tempo. Era così soprattutto anticamente, quando dell'uomo avventuriero, amante sotto smentite spoglie, erano anche le lacrime per non essere capace di trasfondere il sogno o l’idea di amore in un eterno percorso di coppia.

L'amore è la scintilla che muove il viaggio della vita. È presenza costante affettiva rappresentata dal calore domestico in cui si ritrova l'unità famigliare. Da qui l'amore si trasforma in sogno e in idea che plasmano il mondo giovanile in cui l'individuo si proietta. Nella letteratura dell'Est Europeo che ha sicuramente una storia più breve di quella propriamente occidentale, spesso l'amore è il motore della vita ma anche il suo "spegnimento" improvviso. Nell'idillio amoroso ci perdiamo al punto da inciampare in una incontrollabile passione che diventa delirio e poi subito angoscia, per la sua breve durata. La donna è passione e continuo risveglio, in quanto tramite per l'affermazione della vita. La donna ama e appassiona perché capace di appassionarsi alla semplicità della vita e alle sue manifestazioni che si rincorrono nel tempo. La donna è amante e compagna, ma prima ancora madre e nessuno come una donna in quanto innanzitutto madre conosce il valore del perdono.

Il perdono lo si incontra nell'esperienza di un legame finito e spesso pone in lotta il cuore e la mente. Si lascia odiare il perdono dalla mente che si ostina ad accusare l'altro per averci procurato dolore. Del cuore invece è il perdono, perché del cuore è il ricordo.

Il dramma dell'amore spezzato è furioso e appassionante nella letteratura identificativa di ogni paese, ma assurge a note altamente struggenti in quella latina e balcanica, entrambe influenzate dalle pennellate forti della tragedia greca che per quanto conosciuta e apprezzata a livello mondiale già in passato, viene poi singolarmente e peculiarmente riaffrontata dai vari autori sulle basi dell'imprinting del loro bacino geografico di nascita e formazione. Prendiamo ad esempio Shakespeare che recupera e intensifica il carattere psicologico presente nelle tragedie greche, riattualizzandole e al tempo stesso universalizzandole. Nella letteratura narrativa il dramma che caratterizza la cultura romantica e decadentista sfocia spesso in situazioni estreme e nell'irreversibilità della morte che frantuma l'idilliaca cadenza della narrazione. L'associazione ritmo danza combinata alla poesia d'amore è tipica delle aree mediorientali e balcaniche dove i ritmi zigani descrivono visivamente con passi di danza i rapporti amorosi. Ed è proprio qui che l'uomo nel ruolo del fomentatore passionale, finisce per tradirsi e divenire gabbia di dolore per la donna spesso soggiogata alla gelosia  che l'uomo sfoga in violenza. Se dell'uomo è la passione, della donna è l'amore e proprio su questi due monomi e sul loro labile accordo si esprime la poesia amorosa, vera e propria prosa lirica di Ely Rossi.

Rumena di nascita, italiana di adozione, Ely trasfonde le pulsioni passionali ereditate dal suo Paese d'origine nei forti sentimenti accesi, propri della donna che subisce incanto e disincanto, iperbolica vertigine e caduta parabolica entrambe volute e definite dall’uomo non più capace di amare. Il conflitto emerge via via scorrendo i versi di Ely capace di stringere e avvincere il lettore nei subitanei capovolgimenti tra il prima e il dopo e da qui nel presente che si fa interprete del reale contraddistinto da sentimenti forti e contrastanti. Per la romantica Ely l'incipit di un legame amoroso e la fase che ne consegue sono il sogno che si converte in barlume di certezza per porre le basi all'universalizzazione di quello che dovrebbe essere un legame condiviso da ogni coppia, piega verso il basso in una traumatica piroetta che trascina la donna in un marasma di ossessivi voglio e non voglio, dando sfogo amore bruciato e al disprezzo. E allora, la cenere del legame vissuto perde i connotati di un rapporto condiviso, per diventare psicodramma consumato nell'interiorità della donna delusa.

I componimenti di Ely sono carichi di pathos e di sensuali colori che ruotano attorno alla concezione del tempo scansionato dal ritmo delle stagioni, ciascuna con i propri caratteri distintivi. È quanto suggerisce Il componimento “Un biglietto di sola andata" in cui il passaggio delle stagioni è segnatamente esplicitato con riferimenti classici: l'uva in l'autunno, la rosa in primavera e la neve in inverno. L’estate è rappresentata dalla velocità fiammante del treno, metafora della successione implacabile degli stati dell'essere seguiti all'esperienza. Il pathos accende gli istanti e diviene frammentazione dell'essere che si catapulta nelle oscillazioni di un passato vissuto come sogno e di un presente che vive di echi mentre si confronta con una situazione diversa, crudele. Il rovesciamento è reso bene da un periodare conciso e frammentato come il corso accidentato di un fiume che corre tra ripide e massi, prima di riversarsi nella grande cascata. L'escalation interrotta accentua la gravità delle scene in cui galleggiano turbinanti stati d'animo che lasciano parlare amarezza e disincanto, come nel componimento "Una sola notte".

La poesia sgorga e incontra la malinconia nel suo flusso inarrestabile, incontrando le emozioni stimolate dal TardoRomanticismo di Eminescu in cui lo stile per nulla ridondante lascia esprimere la semplicità dei sentimenti sinceri ai quali assiste la natura in veste consolatoria e di compartecipazione. La Natura è spesso di stimolo a leggersi dentro, come si evince dalle poesie di Ely che risentono del coinvolgimento della Letteratura di bandiera anche nel ritmo che le rende propense ad essere interpretate come composizioni cantautorali. Esse rivelano la qualità universale del ritmo capace di avvicinare e far incontrare anime di luoghi lontani, accomunate dallo stesso sentire sollecitato dall'incrocio sinergico di versi e immagini realizzato dall'autrice molto sensibile al variegato universo delle espressioni artistiche.

Nel penultimo componimento ritorna la culla della vita rappresentata dall'immagine salvifica della mamma, presenza comprensiva che tutto accoglie, come anche le lacrime del Cristo moribondo. La mamma è terra fertile di conforto ai dolori dell'esistenza e nel componimento "Fiori per la mamma" è la Madre assoluta, sovrana del tempo che come figli ci alleva e nutre, ponendoci in una condizione in didesa di fronte alle sofferenze interiori. La Madre è ciò che resta nella vita che passa e tramonta. È la speranza che trionfa sulla morte legando i sentimenti dell'agnostico e dell'ateo a una prospettiva di risoluzione che da questa vita ci conduce oltre i cancelli dell'aldilà. Andare oltre non è quindi ritrovarsi? E proprio sulla capacità che ha l'essere umano di recuperare la propria integrità sparpagliata è incentrato l'ultimo componimento, forse il più struggente e il più amato dalla sua autrice contraria a definirsi una poetessa, ma una persona che attraverso sbagli e dolori ha maturato la necessità di rendere le spine fiori e di farsi interprete della grande sofferenza anche psichica dei malati di Alzheimer da lei curati con professionalità e umana diligenza. Essere infermiera per Ely Rossi equivale a indossare il camice di un'umanità perduta e a lasciar parlare attraverso il proprio cuore chi ha smarrito la via di ritorno al proprio centro. I ricordi appaiono frutti maturi che cadono dall'albero della vita, fogli sparpagliati sul letto della memoria che aspettano qualcuno che li rimetta in ordine e ne faccia un unico diario di testimonianze segrete e vissute.

Leggi anche: Biografia. Ely Rossi

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli

 


 

Una sola notte

Una sola notte

Un'ultima notte ti chiedo. Scendo la scala verso di te... Tu mi aspetti suonando il pianoforte. Il mio vestito lo perdo strada facendo. Nuda mi ritrovo nelle tue braccia. Su di noi una pioggia d' amore scende, bagnando le nostre anime di desiderio colme.

Volo come una ballerina, leggera mi sollevi, baciandomi con ardore per l’ultima volta. Con i capelli sciolti ti aspetto, nella loro seta il tuo viso rifugio trovava. Testimone è il mare, là dove tutto è cominciato.

La tua sposa sognavo d' essere. Canto il mio pianto in mezzo al campo...il vento porta via le parole mai dette. Ti aspetto, la tua mancanza finisce con una litigata... e me ne vado
con il cuore frantumato dalle tue crudeli parole.

Piangi da solo. La fronte mi baci con il viso coperto di solitudine. Nebbia copre i miei occhi. Noi due soli balliamo. Il sapore delle tue labbra si imprime nella mia mente. Nella mia mente s’imprime.

La mattina sola mi risveglio, il dolore mi stende per terra. Sulla poltrona facciamo l'amore. Te ne vai sbattendo la porta. Di lutto mi sono vestita, le lacrime sul viso i capelli nascondono. Il tuo nome con la bocca aperta sospiro.

Il vento mi chiama, nel vuoto vagano i miei occhi, tu mi baci nel sogno. I miei seni sono avidi delle tue carezze.
Il volto provato dalle notti insonni che lasciano segni. Un ultimo abbraccio ti chiedo. Dopodiché ti chiedo di andartene senza voltarti indietro. Lasciami questo ricordo..una vita vissuta in una notte sola, senza rimpianti...nel freddo inverno della solitudine ci ricorderemo.

 

Una storia finita

Una storia finita

Il tuo nome dal mio cuore l'ho cancellato. Tu, crudele, mi hai fatto soffrire.
Il tuo orgoglio di maschio inginocchiata ai tuoi piedi mi voleva. Amare non vuole dire soffrire nella solitudine. La benda della tristezza dai miei occhi l'ho tolta.
Il sole mi acceca con il suo bagliore, nel mio cuore entra. il suo calore le mie ferite guarisce.

La strada davanti a me si apre... chi sa amare, mi prende per mano e io sorrido alla vita.
Il vestito rosso indosso per la mia festa dove nelle braccia di un uomo mi perdo... Lui la schiena mi accarezza. Lentamente mi spoglia.
La musica vola con noi sulle sue onde.
La mia nudità sazia il tuo desiderio di uomo maturo, ed io come un fiore mi apro. Le mie paure, confini imposti,
nel nulla svaniscono.

A letto sulle tue braccia mi porti, le tue carezze sono farfalle che volano sulla mia pelle.
Facciamo l'amore, i nostri sospiri sono un violino che canta. Inarco la schiena ingorda, all'orecchio sussurrando. ti voglio.

I miei seni di baci li copri mai sazio, le mie labbra le tue cercano. Il loro profumo fresco di fragole assaggio.
L'unione delle nostre anime, intesa sublime nel cielo ci porta.
Questo è vero amore che tutto dai, senza chiedere nulla.
Il tuo nome ho già dimenticato, la storia è finita in un cassetto dove resta chiusa. Il sole splende,
verso la luce scappo... per non tornare più indietro... il tempo del dolore è sparito.

 

Un biglietto per sola andata

Un biglietto per sola andata

Nella nostra vita passata un biglietto di sola andata abbiamo preso. Appesi ad un sottile ramo, per tanto tempo, i nostri ricordi hanno soggiornato, sfiorati dal vento di un'offuscata giovinezza.

Per preservare il tempo veloce che scorre, socchiuso ho i petali dei fiori mai sbocciati. Il treno veloce va su un binario unico, da una stazione all’altra... non si ferma.

Le stagioni tutte le percorre il treno nella sua folle corsa. Primaverile profumo di rosa, inebriante calore estivo. Autunno: uva matura ha il sapore del vino. D'inverno, nemmeno la bianca neve dura. Il suo viaggio è sempre in avanti.
Alle sue porte aggrappata sono, inesorabile veloce va, verso l' infinito. A scendere non riesco,
troppo veloce il treno va.

Allo specchio mi guardo , ha già lasciato le sue impronte. In tasca un biglietto di solo andata , via di ritorno non c'è.
Ti chiedo allora, il rancore lascialo andare , anche il tuo treno è passato.
Per il tragitto che c'è rimasto, la mia mano prendi. Il treno questo ingordo, i tuoi capelli neri li ha già presi, in un quadro è finita la mia bellezza mozzafiato.
Ingannare con il nostro amore il treno voglio, lo facciamo rallentare, anche nell’ultimo suo tratto veloce, viviamo quello che ci rimane.

 

Fiori per la mamma

Fiori per la mamma

Cara mamma ti scrivo.
Non preoccuparti per la tua figlia ribelle.....
un pò strano ti sembra,
ma è ancora sana di mente.

Le poesie d'amore scrivo nella mia maturità. Tanti anni passati nell'inferno dei legami per errore ripresi.
Adesso un fiume in piena sono.

All'improvviso mi è successo... è talmente vivace la mia fantasia, che con il mondo reale si confonde.
Ancora pura sono. Non sgridarmi per nulla. Passati gli anni, indietro nessuno torna. Voglio vivere con la poesia, tutto quello che il tempo mi ha portato via.

All'amore ho rinunciato per farti star bene, di sognare ho smesso, per fare il dovere di madre.
Quello che scrivo è solo nella mia mente. Di arrabbiarti non è il caso. L'amore non è un accoppiamento realizzato per dovere. Dall'unione delle due anime i sentimenti nascono, in alto volano... lassù nel cielo.
Puro come un bambino, l'amore c'è e non conosce peccato.
Quello che scrivo è un incanto... a spiegarti non riesco.

Sfogo la fantasia cercando il tempo perduto nella mia giovinezza che è andata via per la strada chiusa, nel nulla. Un mazzo di rose ti offro, per farmi perdonare...
Mamma ti voglio bene, come solo una figlia ribelle sa volere.

 

Il viaggio senza ritorno

Il viaggio senza ritorno

Con occhi tristi mi guardi. Non scendono le lacrime, trattenute dall'imbarazzo sono. Tra tanta gente non si piange. Con la voce di delusione velata, mi ripeti la domanda per l' ennesima volta. Quindi: "Mamma sono io. Non mi riconosci?"
La mia mente tanti anni fa ha fatto un patto. Cancellare il dolore dal tempo presente, per ritornare nel passato.

Da sola non potevo più stare, da quando tuo padre è andato via. Voi tutti avete ciascuno la propria famiglia, e non volevo darvi disturbo. Nella stanza da letto fa troppo freddo...nel soggiorno i ricordi sono appesi ai muri, sul comodino c'è tuo padre che mi guarda. Ho firmato il patto di ritornare indietro, sapendo che il viaggio sarebbe stato di solo andata.

Per un  attimo contenta sono stata, da anziana mi trovo donna matura.
Poi giovane sposa, felice di aspettare il mio primo bambino..te..desiderato e tanto amato. Il viaggio continua, giovane fanciulla sono tornata. Un bacio nascosto dietro la finestra, tuo padre mi rubava contento.

Adesso una bambina sono, e tu mamma mi chiami, non puoi essere mio figlio... io ancora piccola sono.
Vicino a me siediti, parlare non serve, la mano prendimi. Il tuo calore, il tuo profumo mi ricorda qualcuno. Lascia che tutto questo al mio cuore arrivi, è ancora intero... la malattia non lo ha colpito.

Nel silenzio ascolta le sue parole mai dette. I nostri sguardi per un momento si incontrano... avevamo
capito entrambi che in passato ci eravamo conosciuti... lascia la tua lacrima che scende, ho il fazzoletto. Come una volta la asciugo, questo me lo ricordo.