Il Jazz di Roberto Zanetti. Guardando all'Africa, il rientro nella propria integrità
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Roberto Zanetti

Interviste e Recensioni

Il Jazz di Roberto Zanetti. Guardando all'Africa, il rientro nella propria integrità

In questa recensione:

Associamo l'idea di contemporaneità a uno stato d'animo o a un genere che contraddistingue una frazione di quel flusso continuo e magnetico che chiamiamo vita. La contemporaneità è saper vivere il presente depositando un'impronta su cui altri in futuro collocheranno i loro passi. La contemporaneità nel Jazz si associa a un'idea di elementare purezza che si è capaci di rendere attraverso il linguaggio dirompente delle note. Di questo e altro parlerò nella prossima recensione sull'ultimo album del pianista compositore Roberto Zanetti, una stella nel firmamento musicale del Jazz contemporaneo.

Il Jazz è un sentimento, anzi, ancora di più, un vero e proprio stato d'animo catalizzato dalle note di chi vive a stretto contatto con  le  emozioni. C'è chi lo ritiene un colore che fornisce timbri a un'identità vissuta e funestata dai duri colpi della vita. È un genere improprio che nasce dal dolore e ha radici lontane non solo geografiche, che trovano significato negli anfratti dell'anima. Porta con sé l'urlo delle genti nere e di un'umanità antica, operosa e travagliata che dalle leggi indegne come quella dello sfruttamento e dell'hapartaid è riuscita a trarre fiori di verginale e struggente bellezza.

Il Jazz è l'attimo fuggente. Il ritratto in musica della desolazione o delle sfoglie di una delicata gioia che cadono sull'anima di chi è in bilico tra le incertezze di oggi e i dubbi del domani. Per questo lo abbiniamo alle atmosfere suburbane dove si  viene  sopraffatti dal turbinio delle folle  distratte.

È la musica del riscatto che si eleva dagli ambienti maledetti di chi frastagliatamente coglie la realtà e la inghiotte lasciando riverberare sul dolore note di incantata bellezza. Pensiamo ad esempio alle melodie e alla voce struggente di Billie Holiday. Ma il Jazz non è solo questo. L'esacerbazione di un pianto antico si eleva dalle piantagioni e si traduce in un velo di speranza. Vedere il Jazz come la circoscrizione di attimi è riduttivo. Questo è difatti solo un approccio agli svariati moti dell'anima che tratteggiano una visione disincantata della vita. Effettivamente, se il colore in musica evolve su  specifici timbri, nel caso del Jazz esso esprime il vibratile condensato di se stessi trasposto negli strumenti. Quando si pensa al Jazz, inevitabilmente il pensiero corre agli strumenti a fiato, alla tromba e al sax, dimenticando il ruolo del piano fondamentale non solo nel conferire il ritmo alla base e fluidità allo svolgimento del brano, nonchè quello delle percussioni. È come se il piano armonizzasse e tenesse insieme le evoluzioni dei singoli strumenti, e le percussioni ne incrementassero l'intensità.

Ciò che richiama e riporta a se stessi ha sempre un connotato sacro ed è questo un aspetto del Jazz mai considerato abbastanza.

A legare l'uomo al Jazz è un rapporto profondo che unisce il presente ancorato  a una visione esistenzialistica e nichilista della vita alle radici più  arcane che dimorano oltre l'umore della psiche. È quanto emerge dalle composizioni del pianista Roberto Zanetti, un purista che non ignora, anzi supporta con le sue musiche l'aspetto originario del Jazz, ponendo al centro l'uomo e la necessità  di ricomporre le sue frammentazioni.

Prima che compositore Jazz, Zanetti è uno specialista della musica liturgica e questo spiega l'approccio fluido alla narrazione emozionale tracciata dalla musica che si universalizza sui singoli tasti  dove incede per poi riprende ad andare senza mai rinunciare all'armonia. Contrariamente a quanto accade nel Free Jazz sincopato nel ritmo e  per questo non di facile ascolto, il Jazz di Zanetti parte da una visione spiritualmente matura che si traduce nella musica in organicità. Il suo ultimo album "Mother Afrika" riassume l'esperienza strumentale  portata  avanti nei suoi lavori precedenti, consacrando Zanetti al Jazz di qualità.

Composto durante il lockdown, l'album è un invito ad assaporare il Jazz puro che però non disdegna delle variazioni che immettono su nuovi orizzonti percettivi. Con il tema di base eseguito dal pianoforte si armonizzano le incursioni del sax che conferiscono slancio ed elasticità ai brani. È un sax che rimanda nella sua flessuosità alla capacità di ricreare atmosfere soffuse riscontrabili nelle esecuzioni di tromba del grande Miles Davis, così come in quelle di sax di John Coltrane ma rispetto a quest'ultimo, utilizzando volumi e toni meno squillanti, decisamente pacati. Convincono le incursioni canore di una voce calda in accordo con agli strumenti, che riconduce in modo velato al funcky anni Novanta.

L’album trae ispirazione dalla figura femminile riproposta attraverso quattro donne da Zanetti scelte in quanto interpreti dell'energia pulsante dell'Africa. A queste figure femminili sono dedicati i quattro brani che portano ciascuno il loro nome.

Il brano Nina Simone colpisce per la freschezza trainata dai virtuosismi del sax. 

Nel brano Katherine Johnson  l'attacco di contrabbasso iniziale d'impatto ethno riporta alle danze tribali africane e viene in corso d'opera sviluppato dal piano e dalle incursioni gioiose del sax.

In Rosa Parks virtuosismi ed armonia sono in equilibrio perfetto. Apprezzabile il prolungato fiato del sax che si stende come un tappeto sonoro sulla base.

La traccia Wilma Rudolph introduce alle atmosfere di New Orleans anni Venti. Sax e piano in perfetta sinergia rimandano a suggestioni e atmosfere che portano l'ascoltatore a trattenersi sul brano per viverlo in tutte le sue sfumature. Tutti i brani, rigorosamente  in acustico, fanno da contraltare alle esigenze centrifughe dell'Electro Jazz che tende a  rifrangere i suoni suggerendo atmosfere in rarefatta espansione.

L'intero album è un inno all'energia materna dalle radici profonde che esprime nel ritmo un'insaziabile voglia di vivere. La grinta dell'Africa è nel ritmo coinvolgente che fa da traino a tutti i componimenti, senza penalizzare l'aspetto melodico ben cadenzato nel video cortometraggio del primo brano che fa da filo conduttore a tutte le tracce di seguito, e che conclude l'intero album. Sottende all'intera raccolta un'impronta beat che  vuole ricondurre l'ascoltatore al proprio cuore pulsante. Se lo scopo di molte variazioni sul tema è quello di spostare l'uomo su altre realtà quasi la sua esistenza fosse segnata da un trama di vie di fuga, l'esperienza musicale di Zanetti e del suo Quartet è orientata all'opposto a ricreare atmosfere di forte intimità che rintracciamo agli esordi del Jazz, quando il musicista si rendeva interprete di se stesso e delle proprie esigenze, prima che venisse offuscato o divorato del tutto dall'incalzante modernità.

L'Africa, cuore pulsante e crocevia di mondi distanti, fa da eco a un'umanità collassata su se stessa che può ancora ritrovarsi grazie alla buona musica attraverso gli impulsi che il timbro stimola. 

Le tracce all'interno di "Mother Afrika" si accordano a situazioni intime, quali concerti nei jazz club e nei teatri o colonne sonore di film di autore.

In un mondo che guarda alla rarefazione della verità per tuffarsi nel virtuale, Zanetti attraverso la sua musica porta avanti un'operazione di riconsegna dell'uomo a se stesso, ben supportato dall'ensamble che lo accompagna. Sapersi ascoltare in un lavoro di gruppo è fondamentale e il Zanetti Quartet dimostra di saperlo fare. I suoni escono ben calibrati e armonizzati tra loro. Non si avverte alcuno stridore o la tendenza da parte dei singoli strumenti a prevaricare l'uno sugli altri. Il tutto frutto di un lavoro di sintesi ben costruito che rivela in ciascun esecutore un orecchio sapiente e ben allenato. In un mondo che ha perso l'affinamento all'ascolto, il Jazz di Zanetti vuole essere di rieducazione a quanto dimenticato e a quella concertazione d'insieme che la nostra società occidentale prevaricatrice e fortemente individualista ha calpestato, dimenticato, paurosamente oltraggiato.


Tracce:

 

Nina Simone

 

Katherine Johnson

 

Rosa Parks

 

Wilma Rudolph

 

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Leggi anche: Biografia. Roberto Zanetti

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VIDEO:

1) BUONGIORNO VERONA LIVE: ROBERTO ZANETTI

2) Mother Afrika 3 min 2

3) Mother Afrika (Intro)

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli