La musica come espressione e ricerca. Mike Oldfield e la solitudine del mago
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La musica come espressione e ricerca. Mike Oldfield e la solitudine del mago

Invito all'Arte
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Mike Oldfield
Mike Oldfield

 

La forma ci orla e ci separa dalla Natura. Siamo Natura visibile e invisibile, bellezza e intelligenza che a più stati ammanta le cose, ci definisce partendo da esse. La musica è affinamento di un estro che conduce oltre le parti visibili e ci innalza secondo un processo che è naturale e altresì di ribaltamento degli schemi del pensiero. Chiamiamo Natura ciò che è altro da noi e che rimane in noi visibile dal momento della nascita, da quando è la Natura a collocarsi in noi.

Prima della nascita siamo nel regno del Nulla che crea senza volerlo e dà forma alle forme. Nell'indistinto siamo in tutto e il tutto è in noi. La musica ci ricorda di questo espletamento e del continuo compimento che si avvera nella scansione del tempo che è Natura ma anche pulsione continua e restituzione a chi eravamo prima.

È nella solitudine che opera il mago che non ha bisogno di altri se non di adoperare la propria immagine concepita e compresa da invare e infondere in tutte le cose. La vita è adempimento continuo del regno del mago che si esplicita attraverso l'Arte. È la musica di Pan che guizza tra le foglie del bosco celebrando il mondo attraverso se stesso in comunione con le entità spirituali. È il folletto che danza sulle note del proprio strumento che vengono rimbalzate dalle finestre accese delle stelle, isole sperdute in paludi di assenza per prendere per mano chi è sintonizzato sui loro occhi.

Che la musica sia ombra e luce o meglio, la luce dell'ombra, il periodo post punk anni Ottanta e prima ancora anni Settanta, ce lo ricordano, imprimendo un'orma nel presente in progressiva trasformazione. Proprio su questo s'incentra il trasformismo anni Settanta e Ottanta che ha portato le grandi stelle del firmamento musicale di allora a imporsi nell'immaginario collettivo, con un'aura di magia che le ha spinte a inventarsi e a reinventarsi puntando sullo stupore sollecitato nel pubblico.

Stupire per mantenersi a galla e non diventare ombra, facendo sì che l'ombra venisse occultata dalla sete di celebrità, ha portato artisti come David Bowie a imporsi sulla scena della musica internazionale e a perdurare grazie alle continue sollecitazioni dirette al pubblico. La visione dell'ascolto ha così prodotto i suoi esempi più alti nella semantica musicale, richiedendo continui sforzi da parte di quelle stelle che, raggiunto lo zenit, hanno lavorato e duramente per non perdere la privilegiata posizione.

In un tempo in cui l'oscurità era invito all'intimità i costumi e gli orpelli hanno costruito e ricalcato nell'immaginario giovanile stati d'animo, dando vita a narrazioni forti che hanno trovato espressione in generi musicali incrollabili nel tempo. E così, la musica anni Ottanta, anche quella dal carattere più introspettivo ha avuto bisogno del confronto col suo pubblico per irrorarsi di suggestioni nuove e raggiungere anche le più periferiche realtà d'ascolto.

In questo firmamento epocale non mancano le eccezioni dignitosamente rappresentate dal compositore polistrumentista Mike Oldfield.

Dal carattere estremamente riservato, egli incarna l'individuo anglosassone in un tempo, gli anni Ottanta, in cui l'Inghilterra e tutta la Gran Bretagna erano il centro delle scene musicali. La cristallizzazione nel trasformismo non sembra minimamente lambire Mike Oldfield che, staccato come appare dalle vicende del mondo, riesce tuttavia ad aprirsi varchi di comunicazione vincente attraverso la sua musica, intercettando e trascinando esigenze e gusti di un vasto pubblico, senza guardare agli schemi precostituiti e semplicemente rimanendo fedele a se stesso. Inventiva e visione ampia, aerea delle cose sono i requisiti del mago, di colui che sceglie la via del silenzio per esprimere e donarsi senza aspettarsi nulla dagli altri. Mike dimostra dal principio della sua variegata carriera di avere una forte missione che è la musica. Nonostante il confronto con altre e lontane culture, rivela una radicata identità che lo porta a imporsi da subito, mai in modo aggressivo, sulla scena musicale.

È un genio e come tale si nutre della linfa del Creato. La Natura è il suo centro, sua Madre, il suo cuore pulsante. Nella Natura lui viaggia rimanendo fermo e centrato in se stesso, compiendo arditi voli con le melodie che invogliano a salire chi lo ascolta e apprezza, come suggeriscono anche le copertine di alcuni suoi album. Il volo è esigenza vitale. L'elemento che determina il carattere ipnotico delle sue musiche, partendo dal pulsare della terra per poi librarsi in note leggere. Ricchezza ancestrale e produzione immaginativa s'intersecano dando vita a fantasie bellissime, multiformi. Una fioritura di variopinte esplosioni che traggono ispirazione dall'arcano della Natura in cui lo strumentista si ritira per giorni e di cui non può fare a meno. Manor House, il suo studio è la dimora che lo accoglie. La placenta del nulla da cui s'innalzerà concependo se stesso in una profusione multisensoriale.

È un naturalista, Mike. Il musicista che vive l'iniziazione alle realtà supreme attraverso la connaturata genialità che lo porta a rivivere interiormente tradizioni ancestrali e alchemiche che rintracciamo nello Spiritualismo Elisabettiano e nell'Ermetismo naturalistico seicentesco. La sequenza vibrazionale descritta dalla costruzione armonica di repertori come Tubular Bells rimandano al "Flauto Magico" di Mozart affacciandoci su inesplorati mondi di luce e spargimento di stelle che recano in sé l'intraducibile ombra delle immagini in seno alle cose. È un alchimista della musica poco avvezzo agli applausi e alla celebrità. Senza rinnegare il mondo delle memorie e il regno delle immagini che descrivono e costruiscono storie, meglio, trame di suggestioni evocative come si evince dai video di Crime of Passion e Moonlight Shadow. Due grandi successi mondiali, specie il secondo che gli ha fatto meritare ben due dischi di oro. Commerciale quanto basta per attrarre l'attenzione del pubblico più consumistico, Moonlight Shadow s'impone nelle classifiche mondiali per il suo ritornello quasi antico che riconferma il legame di Oldfield con la tradizione ancestrale del racconto musicale anglosassone ma non solo. Stesso discorso vale per il brano Foreign Affair. Grande sperimentatore e ricercatore della musica, Oldfield è tra i grandi che hanno dato forte impulso al rock progressive e al quale non si può non guardare se si è orientati verso le nuove sperimentazioni musicali.

Un genio, un mago, un druido come alcuni lo hanno definito, lui è immagine areata e vibratile di chi si lascia condurre dall'incantesimo della vita. Dagli arditi spazi poi ritorna a casa, tra le fronde del mondo. Come si evince dalle note di Wonderful Land, la musica di Oldfield ha carattere mandalico, di un labirinto che è respiro di vita e per questo si rinventa e si ricrea nutrendosi. Inventore, ricercatore e profondo conoscitore della musica, non disdegna la classicità ma la ripropone conferendo un respiro fresco e nuovo come nella sua Guglielmo Tell Ouverture.

Oldfield lo si potrebbe definire un'isola nella foresta, quell'isola in cui attualmente vive e che lo ha accolto lontano dai riflettori del mondo. Qui, distante dalla sua Inghilterra, continua a produrre utilizzando il lato buono e sano dell'elettronica che gli consente d'involarsi e di condurci altrove per aiutarci con la sua musica a ritrovare noi stessi. La strada nel labirinto.

Mike Oldfield - Tubular Bells Full Album

 

Mike Oldfield - Wonderful Land

 

Mike Oldfield - Crime Of Passion extended version

 

Mike Oldfield - Moonlight Shadow - Superflash - 1983

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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