L'Ottocento romantico tra evoluzione borghese e ideali massonici
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L'Ottocento romantico tra evoluzione borghese e ideali massonici

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Guercino - Natura morta di Vanitas con teschio, libro, candela e rosa
Guercino - Natura morta di Vanitas con teschio, libro, candela e rosa

 

Il Romanticismo sviluppa i concetti di ampiezza e profondità. Come sopra, così dentro. Al mare tumultuoso guarderà anche il Decadentismo come metafora della confusione sull'identità dell'uomo. A proposito dell'infinito come espansione, un esempio ci giunge qui in Italia non solo dal Leopardi, ma riguardo alla ricerca espressiva anche dal Manzoni.

Il "ma" manzoniano non contrappone ma va oltre il dubbio. Chiarisce ampliando le proprie vedute, aprendo all'oggettivazione del tessuto narrativo. Così facendo, permette al lettore di proseguire speditamente nella lettura arricchendolo. Il cammino di Renzo e di tutti i personaggi si realizza attraverso le contrapposizioni risolte nella mente di chi sa dove vuole arrivare e vuole condurre il lettore a crescere attraverso il percorso dei singoli personaggi. Nonostante la lentezza di alcuni passaggi, "I promessi sposi" ha un suo ritmo che risuona di vittoria. È una marcia trionfale che segue di pari passo l'incalzare del patriottismo e dei fermenti risorgimentali. È ambientato nel Seicento ma al di là dell'ambientazione, i personaggi sono uomini del presente proiettati nel futuro.

Tutti i personaggi cambiano attraverso la trama ma il loro cambiamento non li porta lontano da se stessi, al contrario alla propria realizzazione interiore ed esteriore. Tutto parte dall'interno in un tempo, quello romantico, in cui la ridefinizione della parola nazione sembra restringere i confini e contrarre gli orizzonti dell'infinito. Così non è. Tutt'altro. L'infinito va a sposare il concetto di profondità. Si contrae per consentire all'uomo di scendere in se stesso e condurlo alle soglie dell'indagine psicoanalitica che nella seconda metà dell'Ottocento si concretizzerà con Freud parallelamente a Nietzsche e al suo superuomismo.

I personaggi del romanzo manzoniano sembrano svilupparsi non tanto sul piano orizzontale, come puntualizzano i libri di scuola. Il cammino borghese illustrato nello specifico da Renzo è di colui che si confronta col reale che contribuisce a cambiare. È un attore dal ruolo attivo e non uno spettatore passivo. Renzo riflette su se stesso e contribuisce alla propria realizzazione che attraverso la fede evita di sfociare nel materialismo.

La borghesia a cui guarda Manzoni è dissacratoria e irriverente nei confronti di quella condizione di privilegi di stampo feudale che ancora persiste al tempo dell'autore e che si coglie tra le pagine de "I promessi sposi" attraverso i personaggi della nobiltà spagnola e attraverso la presenza negativa di un clero addormentato sui propri agi e avvitato su se stesso.

La vanità del mondo terreno porta Manzoni a rafforzare la sua fede e ad assumere adeguate posizioni critiche tipiche dello scrittore ottocentesco onnisciente. In realtà, la posizione antimondana del Manzoni è allineata perfettamente a quella del pensatore romantico legato alla Natura e totalmente distaccato dalla fatuità. Quello dell'intellettuale romantico è un mondo intenso, trasposto verso i meandri più profondi dell'interiorità. E l'immagine del teschio lo rivela apertamente. Così come ci aiuta a cogliere quell'epoca anche attraverso l'allineamento degli opposti. Il teschio rappresenta la vanità, ma associato alle pietre, le ossa della terra, rappresenta ciò che resiste al tempo e si tramanda oltre. È la pietra miliare della memoria ancestrale che ci riporta alla primitività della nostra fede così come alla radice degli alberi genealogici delle famiglie. L'uomo ottocentesco è interessato ad approfondire le proprie origini, approfondendole le ricostruisce, così come tende a ridefinire i propri confini anche nazionali. La proprietà è sacra, e in questo recupera parte del significato della tradizione feudale. Il teschio è l'ossatura della famiglia. Il punto da cui è partita la linea di sangue del patriarca. Così il valore del teschio associato alla nobiltà, in età Vittoriana raggiunge il massimo splendore con la moda degli anelli a forma appunto di teschio.

Il teschio interpreta il gusto per il macabro e in questo va a ricongiungersi al tema del vampiro. Ci consegna però anche il forte legame del Romanticismo con l'occultismo e la tradizione iniziatica massonica che oltre ad occuparsi dell'indirizzamento degli adepti verso il sacro non dogmatico, ha avuto già nell'Illuminismo un ruolo politico fondamentale. Ed è su questa linea che in Italia si forma la Carboneria rivolta al concetto di indipendenza e d'identità di patria. Mazzini era un massone. Un massone era anche Goethe. Due modi diversi di concepire e vivere il percorso iniziatico massonico e due modi diversi di interpretare il simbolo del teschio. Ma come abbiamo già avuto modo di constatare, uno stesso simbolo può aprire a connotati diversi, a volte opposti ma ugualmente veri.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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