Il Romanticismo e le teorie dell'uomo perfetto
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Il Romanticismo e le teorie dell'uomo perfetto

Invito all'Arte
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Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer

 

Il borghese è colui che si crea da solo e si autodetermina, definendo il suo destino, imponendosi ad esso. È quanto il Manzoni ci trasmette attraverso "I promessi sposi" intervenendo nella storia. L'agire umano cambia il corso degli eventi e in questo si esprime il pensiero del Risorgimento, applicando la teoria della responsabilità umana alla storia.

La Storia agisce per cicli in cui si rende indispensabile l'intervento umano. L'uomo borghese è l'uomo nuovo che si affermerà nel Decadentismo in antitesi all'artista poeta sempre più distaccato perché incapace di interpretare gli eventi esterni. Una eccezione ci verrà consegnata dai Futuristi e da Marinetti a favore della Prima Guerra Mondiale, convinti che la modernità debba essere sostenuta dalla guerra, necessaria a scrostare l'uomo dal suo immobilismo.

Nel Romanticismo in generale la perfezione non è al centro dell'interesse degli artisti. Degna invece di considerazione è la realtà rappresentata che deve concretamente riflettere il mondo interiore dell'artista. La realtà come rappresentazione è proprio al centro del pensiero filosofico di Schopenhauer che fa dipendere il mondo esterno dal soggetto che lo guarda. È l'inizio della disgregazione dell'oggettivazione del reale che porterà agli estremi il pensiero decadentista. Schopenhauer nel suo pensiero riprende quanto espresso da Platone a riguardo dell'azione demiurgica e del mondo iperuranico delle idee riflesso nella realtà terrena, togliendogli quello spessore di oggettivazione.

L'uomo perfetto è per i Romantici colui che è capace di rappresentare all'esterno se stesso nel migliore dei modi, ponendo così le basi all'Impressionismo sorto come superamento dell'Espressionismo ancorato alla realtà positivista.

L'uomo che rappresenta se stesso ci viene proposto degnamente dalla pittura dell'inglese Turner, in cui le chiazze di colore acceso dorato vanno ben oltre l'ispirazione gotica del momento e presentano combinate al grigio la realtà non per come si presenta, ma per come il pittore la coglie e la sa restituire al mondo. Le figure sono appena abbozzate, così come i profili urbani sotto un cielo apocalittico che si espande, fagocitando le forme e suggerendo all'osservatore che anche la luce ha i suoi tratti di illeggibilità che la rendono oscura. I tratti inquietanti della luce riportano a quanto il Medioevo stesso ci ha trasmesso attraverso gli scritti sull'inconoscibilità di Dio, poi superata dalla cultura antropocentrica e fortemente centripeta dell'Umanesimo.

La luce è l'altro per l'uomo romantico. È il bagliore di un istante che diventa tenebra. La modernità di Turner è proprio nell'espressione della sua arte e nel tratto avanguardistico in rapporto ai tempi in cui il figurativo ben disegnato era frutto del legame indissolubile tra l'uomo e la Natura e di quanto la Natura comunica all'uomo, accompagnandolo nell'avventura della vita.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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