Siamo soliti riferirci al Romanticismo come a un'epoca in cui tutto splende di situazioni uggiose. In cui l'autunno trova la sua giusta collocazione in sintonia col sentire umano. L'autunno è la stagione dei contrasti che ben si abbinano ai sentimenti agitati umani.
Cieli impetuosi, masse di nuvole che innaffiano gli orizzonti abbagliati dai lampi. La luce ridotta delle giornate d'autunno induce all'introversione, lasciando sgorgare rivoli di malinconica chiarezza dall'anima.
Se il Romanticismo segna il periodo dell'introversione, col Decadentismo l'uomo si affaccia alla stagione epocale dell'introspezione. Nonostante la somiglianza e non solo assonantica e consonantica tra le due parole, esse ci comunicano molto della debita distanza che tra loro intercorre. L'introversione è di chi è portato a ricondurre l'esterno in se stesso e a guardarsi dentro, cogliendo e trasferendo poi all'esterno quanto i sentimenti gli suggeriscono. L'introverso gode di un rapporto intimo con se stesso ed è incline alla poesia e all'arte.
L'introspezione è di chi analizza se stesso con l'intenzione di procurarsi vie d'uscita al suo disagio esistenziale o male di vivere causato dall'inadattabilità al mondo esterno che non riconosce proprio. Con l'avvento della psicanalisi l'uomo cerca di scandagliare la propria interiorità ricorrendo al bisturi della ragione che intanto si è arricchita di nuovi connotati al passo con le nuove misure d'indagine.
Nel Romanticismo lo scandagliare psicologico dei personaggi non è ignorato, ma i sentimenti prendono il sopravvento sulle ragioni della psiche. Tutto è filtrato dalla voce dei sentimenti. L'esterno è la Natura a cui l'uomo lascia la porta socchiusa con l'intenzione di farla accedere nei propri meandri. Essa è la compagna consolatoria e molesta con cui condividere la propria solitudine.
L'analisi psicologica dei personaggi nel Romanticismo apre a un dialogo sotteso e pone anche interrogativi interessanti nell'altro che legge o ascolta o vede. È un dialogo che non ha pretese morali, ma di fatto agisce anche sulla visione etica ma sempre e comunque sul piano delle emozioni. Basti pensare a Goethe, Scott, ma anche allo stesso Manzoni in cui il risvolto morale e pedagogico è chiaro e definito.
Di certo, sia il Romanticismo che il Decadentismo sono anticipati da epoche di disillusione. Il secondo avverte l'irreparabile frattura tra l'uomo sempre più esposto al progresso capitalistico e la Natura sempre più sottomessa e distante. Nel primo periodo la Natura è sotto gli occhi e dentro l'animo del poeta che grazie ad essa scopre in sé paesaggi e foreste vergini, quel mondo esotico tanto lontano sulle mappe geografiche e tanto profondo dentro di sé, ugualmente affascinante e magico.