Lo spazio, il tempo, la morte. Leopardi e oltre
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Lo spazio, il tempo, la morte. Leopardi e oltre

Invito all'Arte
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Penelope. Dante Gabriele Rossetti
Penelope. Dante Gabriele Rossetti

 

Niente accomuna e unisce quanto la morte, ed è questo il contenuto più vero che ci restituisce il mondo del passato, la sua arte, il suo pensiero. La morte diviene la vera casa, l'unica patria che ci appartenga nel bene e nel male, e non solo perché sconfigge le vanità umane, ma e soprattutto, perché ci porta a una maturata conciliazione con chi abbiamo o ci ha ferito. La morte allora si rende indispensabile per quella calma interiore di chi è trapassato e di chi rimane in vita.

La demonizzazione della morte è delle epoche sottomesse al culto della ragione, quasi essa fosse sua nemica e sconfitta. Pensiamo al Rinascimento e all'Illuminismo. Vivere il più possibile per accumulare attimi ed esperienze è la rivincita dell'uomo sul momento della morte che comunque inevitabilmente arriva. Chi vive nella dimensione del proprio interno ritrova la propria casa ferma nell'eternità che sovrasta il tempo e lo spazio e sa che questa sua dimora non lo abbandonerà mai perché è in lui in questa vita, e diventerà lui un domani.

Cos'è il paradiso se non quanto abita in noi e ricerchiamo e richiamiamo dai profondi abissi grazie alla forza dell'amore? Ogni cosa perduta è un ritrovare e ritrovarsi ed è quanto Foscolo ci riconsegna grazie alla sua filosofia del ricordo.

La morte non è gabbia ma liberazione che permette al ricordo di accendere di vita chi non è più nella dimensione del concreto. È così che il ricordo diviene presenza non empirica ma animica contribuendo ad alimentare nell'Ottocento la cultura dello spiritismo, e ad elaborare non la paura della morte ma l'ossessione per ciò che non si conosce, senza trascurare che conoscere equivale a comprendere.

Cosa succede all'uomo dopo la morte? Nessuno lo sa, lo si può apprendere da chi è ritornato dall'esperienza di premorte. Il resto è libera interpretazione guidata nei casi più fortunati dalla lanterna della fede. Pensare di convertire il distacco definitivo in qualcosa di eterno su questa vita è quanto ci propone nelle ultime battute Dumas nel "La signora delle camelie" in pieno Positivismo che affaccia sugli orizzonti vicini del Decadentismo. Non basta più il ricordo dell'epoca romantica a cementare i rapporti, indispensabile è la morte con cui l'anima del trapassato si trasfonde nell'anima di chi resta.

Tutto questo è espresso dal passaggio dal verbo "rimembrare: mantenere nella memoria" al verbo "ricordare: mantenere nel cuore".

"Rimembrare" noi lo leghiamo al componimento "A Silvia" di Leopardi in cui il poeta si rivolge alla donna che lui nella sua ristretta quotidianità ha amato e che in giovane età è stata strappata alla vita da una brutta malattia. Il poeta si rivolge a lei defunta, ma porge l'inquietante domanda di cosa realmente la morte determini dopo il drastico passaggio. Se resta traccia della memoria conservata nella mente di chi è trapassato. "O Silvia, rimembri ancor..." si rivolge al futuro, agli orizzonti aperti forse eterni di chi si affaccia oltre la vita, e nello stesso tempo è portato a recuperare il passato perché in esso c'è traccia di lei per come l'ha conosciuta e vista dalla sua dimora.

Leopardi è innanzitutto un filosofo. È colui che ha elaborato la teoria del pessimismo cosmico ed è ancorato al bisogno di dare spiegazioni all'inspiegabile e allo sconosciuto attraverso la ragione. Da ateo romantico interpreta la visione egheliana secondo cui lo spirito è la Natura.

Il ricordo è la memoria del cuore. È sapere che esiste l'anima e l'anima introietta chi amiamo in noi stessi. Le esperienze, le cose si pregnano dell'anima di chi le ha usate, inventate e custodite, permeando l'eternità del futuro. Se la rimembranza è il passato relativo al tempo dell'uomo come essere pensante, il ricordo è presenza. Quindi presente e futuro e su questo gli studi esoterici fine Ottocento insisteranno determinando il passaggio a una nuova visione della morte e dello spiritismo.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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