Il binomio "amore-morte" con l'avvento del Decadentismo si trasformerà in "arte-morte". L'artista diviene un viaggiatore nell'ombra che rifiuta gli algoritmi sulle basi dei quali si impongono le convenzioni sociali, per trovare realizzazione tramite la sua espressività artistica.
Egli diviene catalizzatore del malcontento e del fallimento della fiducia nella scienza responsabile dell'alienazione dell'uomo da se stesso. Al centro di queste convinzioni che esulano dagli schemi del progetto esistenziale promosso da una sempre più dominante alta borghesia troviamo l'affermazione di una spiritualità che sconfina nello spiritismo. Il trionfo della ragione che fa credere in un nuovo Illuminismo, è sorretto dalle propagande ufficiali che tendono a sovvertire il vecchio ordine sociale nel miraggio di una nuova realtà che schiacci sempre più i ceti bassi per accrescere il prestigio della borghesia capitalistica.
Quando si parla di Belle Epoque ci si riferisce alle classi dominanti. Compaiono in vecchie fotografie ricche signore che passeggiano sui bei viali di una Parigi del tutto ammodernata, o signori distinti seduti ai caffè alla moda, nascondendo quanto accadesse negli ambienti più bassi che grazie alla penna di Charles Dickens vengono descritti a proposito di quanto accadeva parallelamente a Parigi, nella Londra di quel tempo.
Zola, Hugo fotografano con un uso puntuale della penna le sopraffazioni delle classi dominanti sui più umili, il vero motore della società nascente. Sul finire dell'Ottocento col Naturalismo in Francia e il Verismo in Italia emerge la letteratura di denuncia che apre squarci sul mondo degli invisibili, ossia di operai e contadini che vivono ai margini delle lussuose città o negli aspri contadi.
In Italia spetta a Verga l'impegno a denunciare in forma narrativa la politica di sfruttamento perpetrata a danno degli ultimi. Nel Centro Nord Europa i narratori si concentrano sugli squilibri della società industriale di seconda generazione. Alla richiesta del carbone si affianca quella dell'acciaio che troverà impiego nei nuovi armamenti della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Si prepara un nuovo mondo di dominazioni impostate sull'etica dello sfruttamento dei territori e delle popolazioni minori, mentre in Italia ancora prevale un'economia a sfondo rurale o comunque piccolo borghese. Soprattutto al Sud dove il processo di unificazione nazionale ha disatteso quanti speravano in una conversione dell'economia latifondista in quella industriale. Il Sud a differenza del Nord, non si mostra pronto per via di una mentalità ancorata a stereotipi millenari. È quanto denuncia abilmente Verga offrendoci uno spaccato dell'epoca in cui l'ignoranza andava di pari passo con una diffusa analfabetizzazione e un'ingenuità che ritroviamo riportata altrove, nella società industriale, raccontata via pellicola da Stanlio e Olio e dal grande Chaplin. L'ingenuità e la furbizia sono i due volti della stessa medaglia che qui nel nostro Sud esprime l'arte di arrangiarsi come fatto di costume e culturale cristallizzato per secoli e non ancora risolto.